- Settembre 12, 2013
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Federalismo demaniale – Procedure certe e tempi snelli, come accedere alla nuova ‘finestra’ per richiedere i beni statali
Solo sei mesi per ricevere un bene inutilizzato dello Stato. Il tutto, in virtù di ‘pro...Solo sei mesi per ricevere un bene inutilizzato dello Stato. Il tutto, in virtù di ‘procedure svizzere’, sistemi telematici semplici e veloci per le richieste, mentre va in soffitta il meccanismo dei Dpcm governativi e delle relative black e white list. Con l’art. 56 bis del ‘Dl del Fare’, e grazie alla collaborazione tra governo, Agenzia del Demanio, Anci e Fondazione Patrimonio Comune, riprende il percorso del federalismo demaniale, dopo la falsa partenza di tre anni fa. Le procedure che consentono ai Comuni di partecipare a questa nuova ‘finestra’ di trasferimento dei beni sono state al centro in conferenza stampa dal presidente dell’Anci Piero Fassino, insieme con il ministro degli Affari regionali Graziano Delrio, il Sottosegretario all’economia, Pier Paolo Baretta e il direttore dell’Agenzia del Demanio, Stefano Scalera.
Il decreto, spiega Fassino, “rimette in moto le procedure di dismissione dei beni dello Stato, dando la precedenza ai Comuni per la loro alienazione: un punto fondamentale della riforma federalista, che aveva subito un brusco arresto”. Lo fa grazie a una serie di sostanziali cambiamenti nelle procedure di alienazione, frutto dell’interlocuzione fra Anci, governo e Demanio, come spiega Scalera: “La procedura sarà completamente telematica, e le domande saranno analizzate singolarmente,. Il Demanio, entro 30 giorni, dovrà semplicemente verificare se il bene richiesto sia effettivamente in disuso e appartenga allo Stato: in caso di esito positivo, partirà la procedura”. Niente decreti di Palazzo Chigi, né obbligo per gli enti richiedenti di presentare un progetto dettagliato di valorizzazione con relativi costi, come invece era previsto precedentemente. Stesso discorso (e stessi tempi) per i beni del ministero della Difesa, su tutti le caserme. E inoltre, per i Comuni che lo richiedono, un pronto supporto tecnico di Agenzia del Demanio e Fondazione Anci Patrimonio Comune sulle possibilità di valorizzazione dei singoli beni.
In questo senso, Fassino ha sottolineato come, grazie all’accordo concluso tra la Fondazione Patrimonio Comune dell’Anci, sia stato possibile migliorare lo stato di attuazione delle nuove procedure”.
Il presidente dell’Anci ha ricordato che i sindaci considerano “chiusa la stagione in cui si è ridotta l’autonomia dei Comuni e chiedono una stagione fondata sul riconoscimento dell’autonomia, con le necessarie risorse. Il provvedimento sul Demanio – ha sottolineato- è un buon passo in questa direzione". "Vengono recuperati e valorizzati beni inerti e inutilizzati -ha osservato Fassino – si contribuisce alla riqualificazione urbana delle città’; le norme sono fortemente semplificate e si concorre anche alla riduzione del debito pubblico perché il 25% del ricavato legato alla valorizzazione di un bene va ad un fondo per la riduzione del debito”.
Riguardo invece alla misura che prevede che in caso di vendita del bene il 10% del ricavato sia devoluto alla riduzione del debito pubblico, il leader dei sindaci ha annunciato "un emendamento: chiederemo – ha detto – la correzione di questa norma e chiederemo che il 10% sia devoluto alla riduzione del debito del Comune". (com/gp)