• Giugno 19, 2014
di anci_admin

Interventi

Fassino: “Non è lusso da tagliare ma asset su cui investire per rilanciare il Paese”

"La cultura è il principale asset che determina il valore e l'attrattività di un ...
Fassino: “Non è lusso da tagliare ma asset su cui investire per rilanciare il Paese”

"La cultura è il principale asset che determina il valore e l’attrattività di un territorio‎. La vulgata, però, è che si tratta di un lusso che ci si può permettere solo in tempi di vacche grasse, mentre in tempi di crisi è proprio la cultura la prima voce su cui tagliare. Bene, io la penso esattamente al contrario: è proprio sulla cultura che si deve investire per ripartire e uscire dalla crisi". Lo ha detto il presidente dell’Anci, Piero Fassino, nel suo intervento agli Stati generali della cultura, organizzati dal Sole24Ore ‎all’Auditorium Conciliazione di Roma.
‎"Bisogna superare approcci ideologici – ha detto Fassino – e riconoscere l’evidente ruolo centrale della pubblica amministrazione nella gestione del patrimonio culturale". Un ruolo centrale che però, secondo il presidente Anci, non può prescindere da una fattiva collaborazione tra pubblico e privato.
‎"Siamo un Paese – ha spiegato infatti Fassino – che ha la necessità di mettere a posto i conti. Questo ha portato a una drastica diminuzione di risorse per il settore stretto tra tagli, rigore e austerità. Quando hai meno soldi o tiri i remi in barca o trovi altre strade e la pubblica amministrazione ha il dovere di trovarle. Ecco, allora, la soluzione di allargare il perimetro delle risorse, mobilitando la società civile per mezzo di sponsorizzazioni e mecenatismo che consentono di garantire continuità nel settore culturale, pur nell’equilibrio di bilancio".
‎Per Fassino, però, i capitali privati devono essere utilizzati in un ottica di lungo termine e non come contributo spot. "Le sponsorizzazioni – ha detto a tal proposito – vanno costruite progettando eventi che abbiano un ritorno nel tempo sia per l’amministrazione sia per il privato che mette a disposizione le risorse. Ricevere dieci o ventimila euro per un singolo evento senza costruirci sopra una programmazione non serve’.
Il sindaco di Torino ha poi portato l’esempio della sua città ricordando come "nel 2013 si sono investiti circa 130 milioni di euro di cui 20 provenienti da privati. E’ la dimostrazione che se ci sono progetti validi le aziende investono in cultura ma per fare questo serve un territorio attrattivo. La globalizzazione – ha quindi concluso – ci obbliga alla competizione anche tra territori e la Cultura può giocare su questo un ruolo fondamentale". (ef)