• Dicembre 10, 2015
di anci_admin

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Fassino: “Economia della conoscenza e del sapere sono un punto di forza dello sviluppo delle città”

“Per lungo tempo la cultura è stata considerata un soggetto ancillare ma questo senso c...
Fassino: “Economia della conoscenza e del sapere sono un punto di forza dello sviluppo delle città”

“Per lungo tempo la cultura è stata considerata un soggetto ancillare ma questo senso comune dominante per anni fortunatamente e finalmente sta venendo meno. E io credo debba essere coltivato questo superamento a partire dalla considerazione che nell’economia globale la competizione non è solo tra imprese ma anche tra territori e che si offro più possibilità di sviluppo, di lavoro e di crescita in territori che sono più densi di sapere, di conoscenza e di cultura. Più investi in cultura più arricchisci un territorio di una capacità attrattiva che riguarda anche investimenti lontanissimi dalla cultura stessa”. Lo ha detto il presidente Anci e sindaco di Torino Piero Fassino intervenendo questa mattina all’evento organizzato dall’Agis per festeggiare i 70 anni dell’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo. In sala a festeggiare il compleanno dell’Agis, anche il Ministro dei beni culturali e del turismo Dario Franceschini, Walter Veltroni, Gianni Letta, Sergio Escobar, Gianluigi Rondi, Silvia Costa, Carlo Bernaschi.
Fassino ha sottolineato quanto la cultura sia fattore costitutivo di un modello di sviluppo più ampio, tanto che oggi tutte le più importanti città del mondo hanno accresciuto i loro investimenti in questo settore. “Priorità di intervento, di investimento e azioni in ogni grande conurbazione urbana: dalle metropoli alle città più piccole”.
“L’economia della conoscenza e del sapere sono un punto di forza che in un Paese come l’Italia è ancora più evidente e forte”, ha proseguito il presidente Anci evidenziando come questa condizione ponga il nostro Paese in contesto favorevole all’investimento culturale più di quanto non fosse nel passato.
Il sindaco di Torino ha poi evidenziato tre questioni fondamentali che si innestano in questo dibattito: approccio laico; risorse; normativa.
“E’ manichea qualsiasi contrapposizione tra patrimonio culturale architettonico e la cultura sotto il profilo degli eventi – ha proseguito Fassino –. La cultura è un tutt’uno che tiene insieme diverse dimensioni e qualsiasi concezione snobistica non fa i conti con il fatto che oggi c’è una domanda di cultura tale che si deve essere capaci di fornire un’offerta a tutto tondo”.
In merito al tema delle risorse, “è fondamentale mettere in atto strategie che consentano di massimizzare l’utilizzo di risorse promuovendo partnership pubblico-privato che poggino su un quadro normativo e fiscale di riferimento, cosa che oggi spesso non c’è. Un grande sforzo culturale – ha evidenziato Fassino – non può essere affrontato solo da risorse pubbliche, quando queste sono in ogni caso in diminuzione, quindi la costruzione di una partnership è fondamentale e richiede la predisposizione di una armatura normativa e di un sistema di incentivazione e fiscalizzazione funzionale”.
E proprio la necessità di norme al passo coi tempi sono state il fulcro della parte finale dell’intervento del presidente Anci. “Oggi lavoriamo in un mercato globale, quindi il tema annoso della tutela e difesa delle specificità culturali, della contraffazione e dei diritti autore è stata ed è tutt’ora figlia di normativa fatta quando il mercato era nazionale e il mondo era retto da economie protezionistiche. Oggi viviamo in un mondo in cui tutto è aperto e quindi abbiamo bisogno di un apparato di tutela, valorizzazione e sostegno adeguato e su questo siamo molto in ritardo”.
Infine,  il presidente Anci ha toccato il tema del rapporto tra investimento culturale e formazione sai degli operatori culturali sia del fare impresa culturale; tema per il quale “è importante mettere in campo una  politica della formazione a tutto tondo capace di sostenere questa strategia”. (fdm)