• Novembre 25, 2013
di anci_admin

Interviste

Fassino a Repubblica: “Non possiamo gestire tutto, giusto privatizzare alcuni servizi”

  Sindaco Fassino, lei è anche presidente dell'Anci, l'associazione dei Comuni italiani...
Fassino a Repubblica: “Non possiamo gestire tutto, giusto privatizzare alcuni servizi”

 
Sindaco Fassino, lei è anche presidente dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani. Cosa ne pensa di quanto accade a Genova?
Una vicenda delicata, da non banalizzare. Che però rivela una cosa chiara. È velleitario che i sindaci possano gestire tutto. Non abbiamo risorse per farlo. I Comuni non sono più in grado di sostenere allo stesso tempo equilibri di bilancio e conti in ordine e poi fornire pure servizi di qualità ed efficienti. Di certo, non con la riduzione di risorse degli ultimi tempi. Che ha colpito anche e soprattutto il trasporto pubblico locale, come si vede a Genova. Ricordo che veniamo da dodici anni di tagli.
Non ritiene dunque sbagliata la scelta del sindaco Doria di privatizzare?
Al contrario, ritengo un errore rigettare la sua proposta. Sono sincero: è sbagliato pensare che l’imprenditore danneggi i cittadini solo perché è un privato. È una lettura ideologica. Già Firenze e Perugia, e molte altre città, hanno privatizzato i trasporti. Mentre Torino ha in corso il bando per il 49%. Oltre a quello per il 100% sui parcheggi.
I lavoratori temono però per il loro posto. E i cittadini il lievitare delle tariffe.
I dipendenti si tutelano evitando il fallimento delle aziende. Un’azienda che accumula debiti mette a rischio il lavoro. E poi basta mettere una clausola sociale nei contratti di servizio per mantenere i livelli occupazionali. E per garantire la qualità alle tariffe fissate dal Comune. La bontà di quanto si offre ai torinesi, ai genovesi, ai romani non dipende dalla proprietà, pubblica o privata, ma dal contratto di servizio. Se vogliamo servizi efficienti, a costi per i Comuni e tariffe peri cittadini sostenibili, occorre superare il tabù del pubblico e aprire questi settori ai privati, che possono assicurare investimenti nuovi.
Molti sindaci però sono costretti a privatizzare, spinti non tanto da ragionamenti di mercato, quanto dai debiti alle stelle.
Abbiamo accettato per annie dato per scontato che i servizi pubblici potessero essere erogati
anche andando in rosso. Questo nonè più sostenibile.E poi c’è anche un problema di inadeguatezza della stragrande maggioranza delle multiutily. A parte le quattro grandi (Iren, A2A, Hera, Acea), le altre sono piccole e piene di debiti. Occorre riorganizzarle e accorparle e poi fare i conti coni grandi player stranieri che già sono sul mercato italiano.
Solo di costi di funzionamento, i Comuni spendono 2,5 miliardi l’anno per le 80 mila poltrone delle municipalizzate. È ipotizzabile risparmiare qualcosa?
Gli amministratori e i Cda sono previsti dal Codice civile. Ma certo, occorre mettere mano anche al numero dei componenti e agli emolumenti. E prevedere gettoni più bassi. Ma basta ripetere che siamo centri parassitari di spesa. La spesa dei Comuni italiani è appena il 7,6% di quella pubblica totale, il debito solo il 2,5%. Il problema dunque è lo Stato non i Comuni, i ministeri che non tagliano da anni. I sacrifici non possono essere scaricati sempre e solo sui sindaci.
Sulla questione Imu, il governo sembra orientato a rimborsare ai Comuni l’ammontare dell’imposta sulla base delle aliquote 2012. Ma 600 sindaci le hanno già aumentate sulla prima casa. I 500 milioni non coperti, dice il governo, dovrete recuperali voi. Facendo pagare di nuovo l’Imu. Cosa ne pensa?
Non siamo d’accordo. Il governo fa il furbo. Ha promesso di rimborsare tutta l’Imu e ora non rimborsa. Inaccettabile. Anche perché non ha mai detto che avrebbe coperto solo in base alle aliquote 2012. (com/ef)