- Marzo 10, 2016
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Esaminati decreti Legge Madia e dlgs su servizi pubblici locali e partecipate/1
“Abbiamo bisogno di Comuni più forti, stiamo discutendo da mesi con il governo una prop...
“Abbiamo bisogno di Comuni più forti, stiamo discutendo da mesi con il governo una proposta, partendo da una esigenza vera, soprattutto dopo lo svuotamento e la futura abolizione delle province, perché vogliamo mantenere la governance dei territori dando strumenti innovativi ed al tempo stesso di efficientamento organizzativo ai sindaci. Per questo abbiamo detto no all’aggregazione dei Comuni per criteri demografici e detto sì che tutti i Comuni, anche i più grandi e quelli, si mettano insieme per bacini omogenei”. Lo ha sottolineato il vicepresidente Anci e delegato alle Riforme Matteo Ricci, partecipando ai lavori della riunione congiunta delle commissioni Anci Lavori pubblici, Riforme, Personale, Innovazione e Servizi pubblici locali, svoltasi oggi in via dei Prefetti, per condividere le recenti decisioni della Conferenza Unificata sui decreti attuativi della Legge Madia e sui decreti legislativi riguardanti i servizi pubblici locali e le società partecipate.
Ricci ha ricordato che toccherà poi ai “sindaci decidere in ogni territorio quali sono i bacini che diventeranno unioni dei Comuni, chiamate poi a gestire obbligatoriamente tre funzioni. E dentro quei bacini – ha proseguito – i Comuni che si vorranno fondere lo faranno volontariamente come previsto oggi dalla legge attraverso la consultazione popolare”.
Secondo il vice presidente Anci, delineato questo percorso condiviso dai ministeri degli Interni e degli Affari regionali, “dobbiamo fare presto anche perché vorremmo approfittare di questa normativa per evitare anche l’elezione dei consigli provinciali ad ottobre. Ci sembra incongruente – ha precisato il delegato Anci – che mentre si discuterà l’abolizione delle province, toccherà andare a rinnovare consigli provinciali. Se ci deve essere una riunione intermedia tra l’assemblea dei sindaci ed il presidente – ha spiegato – il consiglio dell’area vasta potrebbe essere nominato o dal presidente stesso, oppure scelto tra i sindaci con voto ponderato dentro l’assemblea dei sindaci, evitando così di tornare a votare in ogni consiglio comunale”.
Presente alla riunione congiunta delle Commissioni Anci anche il sindaco di Belluno e presidente della Commissione Personale e relazioni sindacali Anci, Jacopo Massaro che è intervenuto sul licenziamento disciplinare.
“Il provvedimento relativo al cosiddetto licenziamento per coloro che si sono resi assenti dal lavoro va sicuramente nella direzione condivisa dall’Anci – ha detto Massaro -. Ci troviamo, infatti, difronte a situazione per le quali dobbiamo strumenti più efficaci per gestirle adeguatamente. Detto questo – ha precisato – ci sono alcuni aspetti di carattere tecnico che debbono essere risolti e sui quali abbiamo richiamato l’attenzione in sede di Conferenza Unificata e che vanno a rafforzare ulteriormente le possibilità da parte delle amministrazioni comunali di far valere le ragioni pubbliche rispetto all’assenteista”.
Per il consigliere comunale di Alessandria e presidente della commissione Politiche istituzionali e Riforme, Giovanni Barosini “oggi, insieme al vice presidente Anci e delegato alle Riforme Matteo Ricci, abbiamo sostanzialmente fatto una sintesi dei lavori che in questi mesi abbiamo affrontato. Ad ottobre si voterà per il referendum sulle Riforme istituzionali e dobbiamo dire che dei passi in avanti sono stati sicuramente fatti, soprattutto rispetto all’immobilismo ha caratterizzato questi ultimi decenni della vita politico-amministrativa italiana”.
“In estrema sintesi – ha affermato – siamo arrivati ad una sostanziale abolizione delle Province e ci sarà una riforma sottoposta al giudizio popolare del Senato. Detto questo, affinché si possa parlare di un completo processo di riforme istituzionali, non si può prescindere dal rafforzare i Comuni e poi successivamente riformare le Regioni”.
“Per rafforzare i Comuni – ha proseguito Barosini – una prima modalità che stiamo cercando di attuare è quella delle Unioni dei piccoli comuni. Abbiamo chiesto al governo la proroga oltre il 31 dicembre dell’obbligo di unirsi e gestire in forma associata le funzioni fondamentali. E’ importante che i Comuni stiamo insieme secondo un disegno organico che va oltre l’elemento demografico, in tal senso abbiamo proposto, come è emerso anche dai lavori odierni, una definizione di ambiti omogenei poiché l’omogeneità dei territori e l’omogeneità sotto il profilo socio-economico che è quello che conta di più”.
“Dopo il referendum di ottobre – ha concluso – bisognerà poi affrontare una riforma che modifichi l’assetto delle Regioni, perché sono organi altrettanto importanti che hanno bisogno di una rivisitazione e credo che tutte le forze politiche sociali siano d’accordo su questo”. (fdm/gp)