• Settembre 29, 2014
di anci_admin

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Elezioni Città metropolitane – Nardella e Doria: “Sfida bella e impegnativa, cruciale definire competenze e risorse”

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A partire da domenica 28 settembre, data del voto a Firenze per il Consiglio metropolitano “è partita una nuova storia nel rapporto tra istituzioni territoriali e cittadini, che vede ancora una volta protagonisti i sindaci. La città metropolitana non è un ente burocratico ma uno strumento istituzionale di coesione territoriale e di stimolo allo sviluppo e alla ricerca di soluzioni condivise. Per i Comuni è un’occasione per allargare i propri confini, aumentare le opportunità e migliorare le condizioni per la ricerca di soluzioni adeguate. La sfida che ci pone la città metropolitana è bella e allo stesso tempo impegnativa”. E’ quanto dichiara il sindaco di Firenze e delegato Anci alle Città metropolitane, Dario Nardella, all’indomani della prima giornata di elezione nelle Città metropolitane, dove gli amministratori locali sono stati chiamati alle urne per eleggere il nuovo Consiglio metropolitano.
Una sfida, dice Nardella che obbliga da una parte i Comuni a “migliorare e modernizzare i servizi per i cittadini” dall’altra “le imprese e l’intera comunità e a rinnovare il rapporto tra cittadini e Istituzioni, soprattutto nella dimensione di una reale partecipazione, che  dovrà essere accompagnata dalla costituzione di una solida identità di ‘cittadini metropolitani’”.
Per il primo cittadino di Firenze, “la Città metropolitana si presenterà come nuova se riuscirà a mettere in rete, in maniera sinergica e intelligente, le strategie, le politiche, i soggetti, i programmi, gli strumenti e ovviamente le istituzioni”. Ma per far sì che questo avvenga “serve l’impegno di tutti” ovvero “soggetti pubblici e privati, rappresentanti delle categorie e della società civile e l’intera popolazione”.
Secondo il delegato Anci, poi, “un tassello chiave della progettazione della futura città metropolitana sarà il Piano strategico metropolitano, da vedere in un’ottica di Patto per lo sviluppo del territorio che coinvolga tutti gli attori metropolitani: penso alle imprese, al terzo settore e al privato sociale, ma anche al mondo della cultura e della formazione”.
Anche per il sindaco di Genova, Marco Doria, nell’area del capoluogo ligure, dove si è votato domenica 27 settembre, “tutti avvertono l’esigenza di una forte integrazione nelle scelte per l’area metropolitana, che è unita da interessi comuni o complementari, pur nella specificità delle singole aree e nella loro diversa relazione con la grande città capoluogo”.
Esigenze di ottimizzare e condividere, dunque, ma non decisioni calate dall’alto. “Le scelte della Città metropolitana – spiega infatti Doria – non devono essere precostituite. Abbiamo voluto intraprendere un confronto tra i Comuni”, per questo il sindaco metropolitano deve essere “garante di decisioni partecipate e trasparenti”.
Ma al fine del buon funzionamento della città metropolitana, "a Genova come in Italia”, tiene a precisare il sindaco di Genova “sono cruciali la certezza dei compiti e la disponibilità delle risorse. Le competenze, che sono chiaramente delineate nella legge Delrio, devono essere effettivamente riconosciute e attribuite. Vanno scoraggiati o bloccati sul nascere atteggiamenti di conservazione e ambiguità che finirebbero per annacquare o ritardare il processo”.
Quello che si deve realizzare, perciò  “è una profonda riforma istituzionale, non un cambiamento superficiale e nominalistico di organi amministrativi. Proprio per questo la Città metropolitana deve disporre delle risorse necessarie all’espletamento dei compiti che la legge le affida obbligatoriamente e delle altre funzioni che potrebbe acquisire”. (ef)