• Gennaio 28, 2014
di anci_admin

Notizie

Edilizia – Architetti, scenario drammatico, per il settore difficile sopravvivere al 2014

“E’ quanto mai strano come non sia chiaro a tutti che se il settore delle costruzioni ...

“E’ quanto mai strano come non sia chiaro a tutti che se il settore delle costruzioni continuerà nel suo trend negativo – che ha registrato un ulteriore crollo del 37% nei permessi di costruire, mentre sono quasi 14 mila le imprese di costruzione che hanno chiuso i battenti – l’intera filiera non sopravvivrà al 2014 e con essa milioni di professionisti, aziende e famiglie. E non andrà meglio per le banche, la cui esposizione nei confronti del mondo delle costruzioni è altissima: la mera politica di disinvestimento che stanno praticando farà saltare il banco e morirà Sansone con tutti i Filistei”.  L’allarme arriva da Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli Architetti.
“In questo scenario più che drammatico né la politica, né chi ha le responsabilità di dirigere le politiche economiche europee e italiane, né Banca d’Italia sembrano rendersi conto della realtà, che gli architetti italiani, fornendo dati, continuano a dimostrare”.
“Il Consiglio nazionale degli Architetti, come Ance e Anci – continua – ha già da tempo proposto soluzioni chiare e praticabili: un piano nazionale di Rigenerazione delle Città (Riuso); l’esclusione dal patto di stabilità della messa in sicurezza degli edifici e la loro rigenerazione a fini energetici. Ed ancora: rendere bancabili i titoli edilizi regolari; coordinare le politiche di credito; spostare risorse da grandi infrastrutture spesso solo teoriche agli interventi sulle città; creare un fondo per i progetti per poter accedere ai fondi comunitari e ai finanziamenti Bei”.
Misure queste che, per Freyrie, “dovrebbero essere adottate subito altrimenti continueremo ad avere morti e disastri poiché le nostre case non reggono un terremoto così come una frana ed una alluvione; il patrimonio edilizio andrà a fine vita – aggiunge – continuando a consumare inutilmente energia per oltre 20 miliardi all’anno; il decadimento degli immobili privati continuerà rapidamente fino a inficiarne il ruolo di garanzia del debito pubblico italiano. Avremo disperso l’enorme valore per lo sviluppo dei monumenti e dei paesaggi della Bell’Italia e un know how tecnico, culturale e industriale unico al mondo”.
“Tutti speriamo di avere le riforme costituzionali e del sistema politico – conclude Freyrie – che sembrano essere l’unica priorità del Paese, ma vorremmo sopravvivere per vederle!”. (gp)