• Agosto 25, 2023
di Francesca Romagnoli

Accadde in città

Don Minzoni, 100 anni. Baldini (sindaco Argenta) e Melloni (Fscire):“Ucciso per educare i giovani”

Cento anni fa l'agguato al sacerdote di Argenta ucciso in strada a bastonate dai fascisti
Don Minzoni, 100 anni. Baldini (sindaco Argenta) e Melloni (Fscire):“Ucciso per educare i giovani”

“Don Minzoni, prete e martire, grande esempio di tolleranza e di fede”. Così Andrea Baldini, sindaco di Argenta, Comune del ferrarese “dove il giovane parroco si era trasferito, oggetto di un attentato (23 agosto 1923) che gli costò la vita in un agguato per mano di squadristi fascisti, ucciso in strada a bastonate mentre rientrava in canonica”. Un uomo con un lungo percorso di vita e di fede: partito volontario come cappellano militare, il prete argentano, ispirandosi all’opera di evangelizzazione dei giovani, divenne esempio di formazione umana, spirituale e morale.
Don Minzoni è stato un prelato con una forte vocazione sacerdotale, “un prezioso testimone dell’educazione della gioventù ai valori cristiani della libertà e della pace”, figura che parlava ai ragazzi “con una dedizione totale nel pieno distacco dal regime e con una libertà di pensiero piena e sensibile alle giovani coscienze”. Un prete che ha lasciato il segno non soltanto nella storia religiosa, ma anche civile: “ad Argenta – continua Baldini – fu ispiratore di una squadra di giovani esploratori cattolici e di Cooperative di uomini, e soprattutto donne, in un territorio estremamente povero”.
Parla Alberto Melloni, Fondazione per le Scienze Religiose (Fscire): “protagonista per un’Italia repubblicana e democratica”, un sacerdote sociale “corteggiato dalle Camicie nere per una carica che Don Sturzo avrebbe definito clerico-fascista”, Don Minzoni “protestava apertamente contro la prepotenza del partito e solidarizzava con le vittime del regime”.
Lo storico precisa: “l’assassinio dell’Arciprete di Argenta suscitò un grande imbarazzo nella Chiesa cattolica, l’allora Arcivescovo di Ravenna non partecipò al funerale, furono invece le istituzioni repubblicane, e in particolare i capi dello Stato, a ricordarne l’impegno religioso e civile, fino al 1990 con Papa Giovanni Paolo II che invitò “sacerdoti e laici a trarre forti stimoli e sante ispirazioni dalla vita e dalla morte di Don Giovanni Minzoni”.
Un martire della fede che pagò con il sangue, uomo di Chiesa e rinnovatore del cattolicesimo e della politica italiana che vide, “nell’alleanza del fascismo trasformato regime, e con uomini, alcuni cattolici – conclude Melloni – un pezzo di storia che si stava scrivendo”.
Quale riconoscimento del sacrificio di Don Minzoni, è stato confermato l’avvio della causa di beatificazione, testimonianza per il suo martirio religioso e le sue virtù eroiche.