- Agosto 7, 2013
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Dl Fare – Guerini e Guerra: “Inaccettabile prelievo su vendita immobili, Stato fa cassa a discapito Comuni”
"Ancora una volta lo Stato cerca di fare cassa a spese dei Comuni, sottraendo agli enti locali ..."Ancora una volta lo Stato cerca di fare cassa a spese dei Comuni, sottraendo agli enti locali risorse proprie, per giunta in una fase di acuto disagio, dovuto ai continui tagli ai trasferimenti e ai sempre piu’ severi vincoli di spesa imposti dalla spending review". Cosi’ i parlamentari Mauro Guerra e Lorenzo Guerini, commentano l’emendamento al "decreto del fare" approvato dalle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato, che introduce un prelievo del 10 per cento sui proventi delle dismissioni immobiliari dei Comuni, destinato a finanziare il fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato.
“E’ inammissibile – sottolineano i due parlamentari Pd – ancor più alla luce della raccomandazione di segno opposto che era stata recepita dalla Camera, con parere favorevole del Governo, sulla base di un ordine del Giorno che avevamo presentato insieme al collega onorevole Rughetti. Esaminando il testo di un articolo aggiuntivo del "decreto del fare" che era stato introdotto con emendamento dei relatori in Commissione, a riguardo delle procedure di trasferimento ai Comuni dei beni del Demanio, avevamo infatti colto il rischio che questa norma, declinata in modo poco chiaro, potesse essere applicata in modo indistinto a tutti i beni immobiliari degli enti locali, compresi quelli già appartenenti al loro patrimonio, sottoponendo le risorse derivanti dalla loro alienazione al prelievo del 25 per cento a favore dello Stato, stabilito in un precedente decreto legislativo del 2010.
Avevamo quindi chiesto che il Governo si impegnasse a prevedere che l’Agenzia del Demanio si coordinasse con le associazioni di rappresentanza degli enti territoriali (Anci e Upi) per sgombrare il campo da dubbi ed equivoci e garantire che l’applicazione del prelievo del 25 per cento si limitasse esclusivamente ai beni oggetto di trasferimento dallo Stato a Comuni e Province e questa richiesta era stata accolta. Pensavamo di aver risolto un potenziale problema di interpretazione della norma e ora ci ritroviamo invece alle prese con un reale problema innescato da disposizioni fissate nella norma".
"La questione – auspicano Guerra e Guerini – deve essere affrontata con tempestività. Se i tempi tecnici per la conversione del "decreto del fare" non lo consentono, il Governo assuma formalmente l’impegno ad intervenire, successivamente ma celermente, sulla materia con un distinto provvedimento ad hoc.
Gli enti locali non possono sopportare questa ulteriore espropriazione del loro patrimonio e delle loro risorse, per questioni sia di principio che di sostanza. Il patrimonio immobiliare è rimasto l’unico cespite su cui Comuni e Province fanno affidamento per ricavare le risorse straordinarie necessarie a raggiungere i surplus di cassa a cui sono obbligati dal Patto di Stabilità, indispensabili anche per finanziare investimenti in opere pubbliche che resterebbero altrimenti fermi al palo. Lo Stato non può chiedere agli enti locali un altro, gravoso sacrificio per ridurre un indebitamento creato da altri livelli del nostro ordinamento istituzionale". (com/gp)