- Febbraio 21, 2018
Contratto Enti locali
Di Primio: “Valorizzati capacità personale, autonomie degli enti e piccoli Comuni”
“Dopo dieci anni, 470.000 dipendenti di Regioni, Province, Comuni e Camere di Commercio hanno un nuovo contratto nazionale. Arriva, finalmente, un incremento stipendiale che da troppo mancava per il personale delle autonomie locali".“Dopo dieci anni, 470.000 dipendenti di Regioni, Province, Comuni e Camere di Commercio hanno un nuovo contratto nazionale. Arriva, finalmente, un incremento stipendiale che da troppo mancava per il personale delle autonomie locali. Come presidente del Comitato di settore degli Enti locali, esprimo grande soddisfazione per aver visto accolte le proposte contenute nell’Atto di indirizzo”. Così il vicepresidente Anci, nonché presidente del Comitato di settore, Umberto Di Primio, sindaco di Chieti.
“L’obiettivo dichiarato era quello di semplificare le norme, gratificare anche economicamente i lavoratori, premiare chi si assume maggiori responsabilità, riconoscere le specificità professionali, aiutare i piccoli Comuni, affermare una maggiore autonomia organizzativa degli Enti. In materia di concertazione decentrata, aver chiarito le modalità di finanziamento della parte variabile del fondo – sottolinea Di Primio – eviterà che personale e sindaci debbano sottostare alle diverse interpretazioni degli ispettori del MEF. Importante è anche l’aumento che il personale vedrà sulla propria busta paga. Dopo che sono cadute nel nulla le richieste dell’Anci al Governo perché vi fosse una erogazione di maggiori fondi per i Comuni, così che ogni ente potesse più agevolmente gestire l’incremento stipendiale, è necessario assicurare la tenuta finanziaria del nuovo contratto. Anci auspica, proprio per dare una risposta alle criticità di molti bilanci, che vi sia libertà, per i Comuni, di utilizzo degli accantonamenti degli anni scorsi, anche ai fini del saldo di competenza 2018.
“Si deve anche avere dal Governo un definitivo chiarimento – prosegue il vicepresidente Anci – vista la posizione discordante di alcune sezioni regionali della Corte dei Conti, circa le possibilità di utilizzare, da parte degli Enti in disavanzo, gli accantonamenti degli anni scorsi al fine di coprire l’aumento contrattuale. I Comuni hanno sempre più bisogno di dare risposte in merito alle aumentate competenze. Comitato e Anci salutano la possibilità di destinare un premio in termini economici a chi decide di assumersi maggiori responsabilità, ampliando le attività legate al conferimento delle posizioni organizzative con delega alla firma di atti che abbiano il crisma del provvedimento finale avente rilevanza esterna.
“Sempre in tema di maggiore efficacia ed efficienza delle attività dei Comuni, per sopperire alla carenza di figure apicali e alla mancanza stessa di personale che, a causa del blocco delle assunzioni che, in questi anni, ha afflitto soprattutto i piccoli Comuni, si è previsto che le posizioni organizzative possano essere conferite anche al personale di categoria C.
“Il contratto, infine, contiene anche lo storico riconoscimento delle funzioni della Polizia Locale che norma in un’apposita sezione contrattuale e la valorizzazione di professionisti quali gli avvocati e i giornalisti degli Enti, mai considerati, che, su specifica indicazione del Comitato, ha trovato albergo nel nuovo contratto. Per quanto riguarda la Polizia Locale, parte integrante del sistema della sicurezza urbana, circa 60mila agenti potranno beneficiare, come le altre categorie cui viene riconosciuta una indennità di funzione, della revisione degli importi della stessa grazie all’accorpamento di rischio, disagio e maneggio valori. La vera valorizzazione del personale in forza alla Polizia Locale – sottolinea Di Primio – passa anche attraverso il riconoscimento di una specifica indennità legata alle professionalità e parametrata sia alle responsabilità del grado sia alle mansioni legate ai servizi operativi.
“Questo traguardo, che, comunque, ci vede soddisfatti, è il primo che il sistema dei Comuni intende raggiungere. Davanti a noi abbiamo quello delle maggiori autonomie e responsabilità nella determinazione del salario accessorio e nel suo utilizzo al fine di incentivare capacità e merito delle donne e degli uomini che ogni giorno, insieme ai sindaci e agli amministratori, alzano le saracinesche del più grande erogatore di servizi del Paese: il Comune”.