- Novembre 1, 2013
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Decreto Viminale con le indicazioni per la gestione associata delle funzioni fondamentali
Obiettivi: meno spesa, più efficacia ed efficienza nei servizi Contenere la spesa corrente e...Obiettivi: meno spesa, più efficacia ed efficienza nei servizi
Contenere la spesa corrente e raggiungere livelli più elevati nei servizi. Sono questi i due obiettivi che i piccoli comuni che decideranno di convenzionarsi per esercitare in forma associata le proprie funzioni fondamentali dovranno centrare entro il 2015. Per chi risulterà fuori linea scatterà l’obbligo di sciogliere la convezione e di aderire ad un’unione. Lo prevede il decreto del ministero dell’interno 11 settembre 2013, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 251 del 25 ottobre 2013. Il provvedimento rappresenta l’ultimo tassello della complessa disciplina che impone ai mini-enti (tutti quelli che, in base all’ultimo censimento, risultano avere meno di 5 mila abitanti, ovvero di 3 mila se montani) di associarsi per erogare i servizi che rientrano nel proprio «core business». L’accelerazione del Viminale va in direzione contraria rispetto alle richieste dei sindaci, che nel corso dell’Assemblea Anci svoltasi la settimana scorsa a Firenze avevano chiesto a gran voce al governo una proroga del termine per adempiere (attualmente fissato al 31 dicembre 2013) o almeno una sua «diluizione» (in base alla disciplina vigente entro fine anno vanno associate tutte le nove funzioni fondamentali individuate dall’art, 19 del dl 95/2013). Il fatto che il decreto, atteso da tempo, sia arrivato al capolinea sembra mostrare, invece, la volontà dell’esecutivo di non fare sconti. I comuni interessati possono scegliere fra due modelli organizzativi: da un lato, l’unione (ordinaria o, per quelli con meno di 1.000 abitanti, speciale) e la convenzione. Quest’ultima deve avere durata almeno triennale e garantire il conseguimento di significativi livelli di efficienza ed efficacia.In base a quanto stabilito dal decreto, l’efficienza sarà misurata in base ai dati contabili di bilancio relativi alla spesa corrente: quest’ultima, alla fine del triennio (ovvero nel 2015) dovrà essersi ridotta di almeno il 5% rispetto ai livelli precedenti alla gestione associata. La lettera della norma parla di «risparmio complessivo» degli enti convenzionati, ma l’allegato B richiede una riduzione in capo a ogni singolo comune. Per evitare di penalizzare gli enti capofila, dal computo vengono escluse quote di spesa pari alle entrate per rimborsi provenienti da altri comuni convenzionati. Sono altresì da escludere le spese finanziate da contributi e quelle riferite a servizi in precedenza non attivati. Quanto all’efficacia, occorrerà dimostrare di aver raggiunto un migliore livello di servizi in almeno tre aree funzionali fra quelle indicate (rifiuti, edilizia scolastica, polizia locale, tributi, servizi sociali, lavori pubblici, asili nido e mense): a tal
fine, è stata predisposta un lista di indicatori che dovranno migliorare entro la fine del triennio (ad esempio, per i rifiuti rileva la percentuali di raccolta differenziata, per i nidi il rapporto fra domande soddisfatte e domande presentate ecc.).Saranno i singoli enti a dover attestare il raggiungimento dei target previsti, mediante dichiarazione sottoscritta dal segretario e del responsabile dei servizi finanziari e vistata dal sindaco. Le attestazioni dovranno perfezionarsi entro 30 giorni dalla scadenza del termine per l’approvazionedel rendiconto 2015, ovvero entro il 31 maggio 2016.