• Ottobre 14, 2022
di Redazione Anci

Castel del Giudice

Da Mattarella medaglia d’Argento, il sindaco Gentile: “Orgoglio e memoria per la nostra comunità”

Durante la Seconda guerra mondiale, il borgo molisano fu preso di mira dai tedeschi nel 1943, per la sua posizione strategico-militare. Fu quasi distrutto ma poi ricostruito, divenendo esempio di sacrificio e affermazione di libertà e democrazia. "Onore ai nostri nonni e ai nostri padri, che con umiltà e tenacia sopportarono l'umiliazione di un'occupazione terribile"
Da Mattarella medaglia d’Argento, il sindaco Gentile: “Orgoglio e memoria per la nostra comunità”

“Questa Medaglia per la nostra piccola comunità è un motivo di orgoglio, un simbolo dell’identità collettiva ma soprattutto un impegno da onorare ogni giorno e per gli anni a venire”. Così il sindaco di Castel del Giudice commenta l’attribuzione al borgo molisano della Medaglia d’Argento al merito civile per i fatti accaduti durante la Seconda guerra mondiale, quando il paese fu quasi distrutto ma poi ricostruito, divenendo esempio di sacrificio e affermazione di libertà e democrazia. Il riconoscimento è stato conferito dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 20 aprile scorso e assegnato nel corso della cerimonia solenne del 12 ottobre, occasione per ripercorrere gli eventi che segnarono la comunità del paese.
“Questa onorificenza – aggiunge il sindaco – rende onore dopo quasi ottant’anni ai nostri nonni e ai nostri padri, che con umiltà e tenacia sopportarono l’umiliazione di un’occupazione terribile da parte dei nazisti in ritirata”.
Castel del Giudice è uno dei paesi dell’Alto Molise e dell’Abruzzo preso di mira dai tedeschi nel 1943, per la loro posizione strategico-militare. Dal 7 al 10 novembre Castel del Giudice, Sant’Angelo del Pesco, San Pietro Avellana, Capracotta, Pescopennataro subirono la distruzione, dal 85 al 100%, del proprio territorio. La zona del Sangro fu ribattezzata la “Valle del sangue”. A dicembre, poi, con l’aiuto degli alleati, iniziò l’esodo verso Agnone, Campobasso e la Puglia. Quando la popolazione tornò a Castel del Giudice, trovò quasi tutto distrutto, dalle strutture commerciali, come i mulini e il forno, al patrimonio storico-artistico, alle chiese, agli edifici pubblici come il Comune e l’asilo. Ma grazie alla tenacia dei suoi abitanti, nonostante molti decisero di emigrare, il paese fu ricostruito.