- Giugno 26, 2025
Beni confiscati
Criminalità, Buonajuto: “Importante confisca beni, vera vittoria è renderli luoghi di inclusione”
Il vicepresidente e delegato a Legalità, al seminario di Torino sui Beni Confiscati alla Criminalità Organizzata
“I beni confiscati alla criminalità organizzata rappresentano uno strumento di sviluppo economico e sociale perché non sono soltanto un mezzo di contrasto contro i criminali, ma hanno un valore simbolico molto importante per i cittadini. La vera vittoria per un politico e per lo Stato non è tanto negli arresti dei criminali e nella confisca del bene, ma è nel rendere quel bene un luogo di inclusione ‘vivo’ per tutti gli abitanti”. Lo ha detto Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano, vicepresidente e delegato Anci a Legalità, gestione beni confiscati e giustizia, intervenendo a Torino al seminario ‘Beni Confiscati alla Criminalità Organizzata: Il Ruolo degli Enti Locali nella Governance della Rete Territoriale e il Coinvolgimento degli Enti del Terzo Settore’. Il seminario di Torino, a cui hanno partecipato il prefetto di Torino Donato Cafagna e la sottososegretaria agli Interni Wanda Ferro, rappresenta la seconda tappa del percorso di approfondimento sui beni confiscati alla criminalità organizzata avviato da Anci nazionale nell’ambito della strategia condivisa nel Gruppo di Lavoro con i rappresentanti dei maggiori Comuni italiani, attivo in Anci.
“L’esperienza realizzata dal Comune di Torino, che ha da poco inaugurato in via Bardonecchia, una nuova casa per neo-maggiorenni italiani e stranieri senza rete familiare, in un bene confiscato alla mafia – ha evidenziato il delegato Anci – ha un valore simbolico superiore a decine di arresti. Per un adolescente che vive in un quartiere disagiato, in cui insiste la criminalità organizzata, è importantissimo vedere che un bene della criminalità torna a essere un luogo di inclusione”.
Buonajuto ha evidenziato il ruolo svolto da Anci per cercare di valorizzare e mettere in rete le tante esperienze di riqualificazione realizzate sul territorio, sia nelle grandi città come nei piccoli centri. “In questo senso, l’Associazione svolge un lavoro straordinario perché sta accanto ai Comuni, sia per quanto riguarda la proposta legislativa che per la capacità di gestire i beni confiscati cui va data una nuova vita per diventare luogo di inclusione”. “Quando un bene confiscato arriva al Comune, dopo averlo ristrutturato, abbiamo bisogno di trovare un’altra fonte di finanziamento che renda quel bene autosufficiente. Altrimenti – ha evidenziato il sindaco di Ercolano – non sfrutteremo il potere anche simbolico di questa operazione nei confronti del quartiere”.
L’appuntamento di Torino è stata l’occasione per fare il punto sull’importanza della governance locale. In particolare, sulla costruzione di una rete tra istituzioni pubbliche, enti del terzo settore e realtà private, sulle possibili strategie territoriali, sui benefici dell’assegnazione agli Enti del Terzo Settore. Tutto questo anche in vista della prossima assemblea annuale di Anci, a Bologna dal 12 al 14 novembre, in cui sarà presentato un Vademecum utile per i Comuni, con atti e modelli procedurali per la gestione dei beni confiscati.
Tra le iniziative che Anci ha messo in campo, il delegato ha ricordato la campagna social #RinasciLegale per raccontare come i beni confiscati alla criminalità organizzata siano stati destinati a nuovi usi garantendo servizi e spazi di socialità ai cittadini. “Sul sito di Anci e sui canali social sono disponibili i racconti e le esperienze su quanto realizzato nei Comuni, con l’obiettivo di raccontare storie positive che possano costituire un riferimento e un esempio di riscatto per i cittadini”, ha evidenziato Buonajuto.
Da parte sua Michela Favaro, vicesindaca di Torino, ha affermato di “essere lieta come Città di Torino di aver ospitato il seminario odierno. Ringrazio Anci per aver promosso questo ciclo di incontri in tutta Italia per approfondire un tema che, come pochi altri, unisce il nord e il sud, i piccoli e i grandi centri, i centri e le periferie. La criminalità è radicata ovunque, la diffusione dei beni confiscati ne è una delle tante evidenze”.
Favaro ha ricordato che la “Città di Torino ha posto un grande impegno nel riutilizzo dei beni confiscati sul proprio territorio negli ultimi anni. Abbiamo cercato di affiancare al processo di riutilizzo dei beni un percorso educativo per i cittadini, per i beneficiari delle attività che si svolgono all’interno, per chi ha contribuito al ripristino del bene”, ha concluso.
Da parte sua l’assessore alla Sicurezza e alla legalità di Torino, Marco Porcedda chiudendo i lavori ha rimarcato che “la giornata odierna ha confermato ancora una volta che la strada della cooperazione è l’unica che può portare risultati. Il riuso dei beni confiscati alla criminalità organizzata, oggi, deve necessariamente guardare ad aspetti che vanno oltre la sola legalità; dobbiamo poter garantire ricadute economiche, sociali e di vivibilità che facciano rinascere i quartieri in cui quel bene è presente, solo così trasmetteremo il messaggio che lo Stato c’è e ha vinto quella battaglia”.