• Giugno 24, 2015
di anci_admin

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Conferenza finanza locale – Gargani: “Riforma partecipate? Si definiscano prima gli obiettivi, senza vanificare il valore prodotto dal comparto”

“Tutte le indagini finora condotte sulle società partecipate nei Comuni, confermano un ...

“Tutte le indagini finora condotte sulle società partecipate nei Comuni, confermano un assunto: ci sono quelle che producono valore e quelle che funzionano male, ma il ‘comparto’ ottiene sempre valori positivi riguardo agli utili aggregati. Certamente si può risparmiare e razionalizzare, dunque, ma non dobbiamo sprecare il valore prodotto dal settore”. Lo afferma il vicesegretario generale dell’ANCI , Alessandro Gargani, parlando nel corso della sessione dedicata alle società partecipate all’interno della IV Conferenza sulla Finanza e l’Economia locale.
L’intervento sul settore, che può essere auspicabile da diversi punti di vista, può vedere da un lato il protagonismo dei Comuni, “che inizino con la trasparenza e la raccolta dei dati, cambiando in qualche caso il paradigma culturale che ha visto in qualche caso difendere esperienze poco efficienti. Chiediamo però al Governo che al contempo si operi su una radicale abrogazione delle troppe norme di settore e da una maggiore semplificazione”.
Gargani giunge a queste conclusioni dopo aver rappresentato nel suo complesso il settore delle partecipate negli enti locali, che “costituisce una galassia molto diversificata e difficile da individuare, a seconda che si vogliano considerare l’attività svolta, il grado di partecipazione pubblico e i diversi assetti”. I dati a disposizione parlano di un numero variabile, “che si può definire in alcune migliaia – dice Gargani – un terzo delle quali si occupa di servizi pubblici locali, mentre il restante di servizi strumentali (consulenza, informazione, informatizzazione)”.
Così come è sfuggevole la definizione della galassia delle società partecipate, aggiunge poi Gargani, “è altrettanto confuso il quadro delle motivazioni che, dal 2006 ad oggi e con diverse norme, hanno portato il Governo centrale a enunciare la necessità di una riforma del settore. L’intervento è stato di volta in volta giustificato con la motivazione di un ripensamento dei rapporti tra pubblico e privato in un’ottica di liberalizzazioni; con la necessità di una politica industriale nazionale su settori strategici come quello energetico o del ciclo dei rifiuti; come costola imprescindibile di una generale riforma dell’assetto della governance territoriale, a fronte delle nuove norme come la legge Delrio”.
Ebbene, fa notare Gargani, “a seconda dell’obiettivo che si vuole perseguire, è evidente che gli strumenti messi in campo e le modalità di intervento dovranno essere adeguate all’obiettivo stesso: Il primo step per una riforma organica – afferma dunque il vicesegretario generale dell’ANCI – è quello di definire in modo chiaro la motivazione che ci spinge ad operare una riforma. L’auspicio – conclude – è che una volta deciso ciò, la prossima norma definisca un quadro generale, chiaro e coerente del settore. Vogliamo ridurre le partecipate da 8 mila a mille? Riduciamo anche le norme da 100 a 5”. (mv)