• Novembre 10, 2015
di anci_admin

Comunicati Stampa Anci

Comuni e legalità – I sindaci: “Contro il malaffare a rischio della nostra vita, amministrare è atto di amore verso comunità”

“Una metafora non solo del Sud, perché punta l’indice su un problema gravissimo c...

“Una metafora non solo del Sud, perché punta l’indice su un problema gravissimo che molti sindaci italiani si trovano ad affrontare. Rischiano ben più della vita, i sindaci italiani che si trovano a combattere contro il malaffare. Rischiano la propria reputazione, la propria identità, il proprio onore. La fiction di Rai1 raffigura un’Italia in cui chi decide di fare la propria parte fino in fondo rischia talmente da trasformarsi in un eroe civile, un emblema di riscatto”. Lo afferma Enzo Bianco, sindaco di Catania e presidente del consiglio nazionale Anci, intervistato dal sito dell’Associazione sulla vicenda narrata dalla fiction di Rai 1 ‘Questo è il mio paese’.
Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, afferma invece: “Chi amministra tutelando i diritti delle persone, si trova spesso di fronte a soggetti disposti a tutto pur di perpetrare interessi criminali. Di fronte a questo mai un passo indietro: amministrare la cosa pubblica è uno straordinario atto d’amore verso la propria terra, deve essere questa la bussola che guida gli amministratori”. Il giovane sindaco reggino sottolinea: “Fare il sindaco in una terra di trincea come la Calabria non è semplice, anche se rischi non sono solo al Sud”. “Siamo il primo avamposto territoriale, la prima interfaccia per gli interessi collettivi dei cittadini e spesso, purtroppo, il bersaglio di chi a questi interessi si oppone, alimentando illegalità e tentativi di corruzione”. Per questo motivo “è importante che lo Stato sappia fare squadra e far percepire la sua presenza ai cittadini, alimentandone le legittime istanze e stroncando gli interessi dell’antistato”.
Da parte sua il sindaco di Cagliari e vicepresidente Anci, Massimo Zedda, afferma: “Questo è il mio paese credo che debba essere il pensiero di ogni cittadino, al di là delle vicende di Calura raccontate nella fiction. E subito dopo penso ci si debba chiedere "cosa posso fare io per questo mio paese?. Durante l’ultima assemblea annuale Anci – aggiunge Zedda –, infatti, abbiamo potuto vedere i dati di uno studio secondo cui ai primi posti tra le richieste dei cittadini agli eletti, nel nostro caso ai sindaci, c’è l’onestà”.
Sui contenuti della fiction, che mette in luce l’attaccamento della protagonista alla propria terra di origine, si sofferma il sindaco di Recale (Caserta) Patrizia Vestini, oggetto di due attentati nel 2014 da parte di un uomo che l’accusava di non essere abbastanza partecipe del suo disagio socioeconomico. “Per fare il sindaco bisogna amare in modo profondo il proprio paese. Con i pochi strumenti disponibili, i problemi irrisolti sono molti di più di quelli che riusciamo a risolvere. Senza questo amore non potremmo andare avanti: la frustrazione ci bloccherebbe”.
Un’altra donna amministratrice, il sindaco di Calimera, Francesca De Rito, si immedesima nell’intreccio narrato. “Il racconto ricalca quanto accaduto a me che dopo una prima esperienza da assessore sono diventata sindaco del mio paese che non riconoscevo più perché in ginocchio economicamente e non consapevole di essere una comunità. Sono tornata spinta da amici e conoscenti”, ricorda la 45enne prima cittadina del leccese.
Per Isabella Conti, sindaco di San Lazzaro di Savena (Bologna), “fare vuol dire cambiare. E le donne sanno fare, abituate così come sono a gestire una vita che non è mai unica,lineare così come sono cresciute nelle loro esistenze a metà strada tra la cura e il lavoro”. “La storia di Anna – aggiunge Conti – è quella di molte donne che oggi scelgono l’impegno. Donne che si sono liberate, in molti casi emancipandosi attraverso un percorso personale e che ora trasmettono questo valore aggiunto alle loro comunità”. (gp)