- Marzo 14, 2013
Interviste
Comuni – Delrio a Italia Oggi: “Basta sacrifici, sobrietà intelligente e 8/9 miliardi alle imprese”
I Comuni “vogliono" pagare le imprese per salvarle dal fallimento. E per farlo sono pront...I Comuni “vogliono" pagare le imprese per salvarle dal fallimento. E per farlo sono pronti a sforare il patto di stabilità. Con ordinanze contingibili e urgenti emanate sulla base dello “stato di necessità” imposto dalla crisi economica o con semplici delibere di giunta che autorizzino le ragionerie comunali a pagare i fornitori: il meccanismo tecnico non ha importanza. L’importante è pagare subito perché “ogni giorno tre imprese chiudono per colpa dei ritardi nei pagamenti e non si può più aspettare oltre”. Il presidente dell’Anci Graziano Delrio, alla vigilia dell’Ufficio di presidenza di oggi che ratificherà la clamorosa decisione dei sindaci, chiede al governo in carica e alla politica "un atto di coraggio". Perché, dice, "dopo un anno di sacrifici è ora di affidarsi a una sobrietà intelligente che non penalizzi chi lavora e produce ricchezza".
Presidente, domani (oggi per chi legge) l’Ufficio di presidenza dell’Anci darà di fatto il via libera ai comuni che decideranno di sforare il patto per pagare le imprese. Per gli enti ribelli sono in arrivo sanzioni (taglio ai trasferimenti, blocco delle assunzioni), ma anche il rischio di dover rispondere per danno erariale, come vorrebbe la Corte conti Lombardia. È un rischio calcolato? Cosa potrebbe farvi cambiare idea?
Conosciamo i rischi a cui andiamo incontro, ma siamo istituzioni, non un movimento di protesta e se siamo arrivati a tanto è perché non possiamo aspettare oltre. Chiediamo di poter disporre immediatamente pagamenti per 8-9 miliardi di euro che rappresentano la quota di pertinenza dei comuni di tutti i mancati pagamenti della p.a. (stimati in circa 80 miliardi). Solo un decreto legge del governo in carica che ci autorizzi a pagare, in considerazione dell’attuale situazione di necessità e urgenza, potrebbe farci fare un passo indietro. Abbiamo aspettato invano tre mesi, tre mesi persi. A ottobre il ministro dell’economia Vittorio Grilli è venuto alla nostra assemblea di Bologna a prometterci un allentamento del patto per gli enti virtuosi, ma non si è visto nulla. Non possiamo sprecare altro tempo. Ogni giorno tre imprese chiudono per colpa dei mancati pagamenti. Forse a Roma l’eco di questi drammi arriva sfumata, ma noi sindaci che viviamo sul territorio ci troviamo a fronteggiare quotidianamente l’emergenza sociale prodotta dalla crisi soprattutto delle piccole e medie imprese.
Il periodo però, converrà, non è dei migliori. C’è un governo tecnico in regime di prorogatio e un nuovo governo politico nella pienezza dei poteri è molto lontano dal nascere. Chi dovrebbe approvare questo decreto legge?
Monti potrebbe farlo benissimo. La conversione in legge poi spetterebbe al nuovoparlamento che aprirà i battenti venerdì. Serve un atto di coraggio interno. Per anni ci siamo sentiti rispondereche il patto di stabilità interno non si può cambiare per via dei vincoli Ue. È un’argomentazione che nonregge. I vincoli di bilancio europei sono declinati in modo differente nei singoli stati. Ora è il momento diintervenire. Noi sindaci abbiamo dimostrato nell’ultimo anno un grande senso di responsabilità. Abbiamocompreso le difficoltà con cui Mario Monti a fine 2011 ha assunto il governo del paese e assieme ai cittadiniabbiamo fatto sacrifici. Se allora avessimo chiesto una riforma del Patto ci avrebbero, giustamente, dato dei pazzi. Ma ora è diverso. I sacrifici sono stati fatti, abbiamo un avanzo primario che pochi paesi hanno in Europa. Autorizzare 8-9 miliardi di pagamenti non ci farebbe affatto sforare la soglia del 3% nel rapporto deficit/pil, ammesso che questa soglia abbia ancora un senso. In Spagna, per esempio, il rapporto deficit/pil è peggior del nostro eppure attraverso il sistema delle certificazioni sono riusciti a pagare 27 miliardi di euro alle imprese in un anno. Da noi invece, le certificazioni dei crediti sono fallite a causa del Patto. Ma, ripeto, l’assenza di un governo nella pienezza dei poteri non deve costituire un alibi. La politica richiede decisioni adeguate ai tempi. Indipendentemente da chi le prenda. Una misura una tantum per sbloccare i pagamenti non avrebbe incidenza sul pareggio di bilancio strutturale. L’abbiamo scritto chiaramente in una lettera cofirmata anche dal presidente dell’Ance Paolo Buzzetti. Fortunatamente non siamo soli in questa battaglia. Il sostegno delle categorie produttive (oltre all’Ance hanno aderito all’appello dei sindaci anche Anaepa, Confartigianato, Cna Costruzioni, Fiae – Casartigiani, Claai, Alleanza delle Cooperative italiane, Aniem e Federcostruzioni ndr) ci dà molta forza.
L’allentamento del patto di stabilità e lo sblocco dei pagamenti alle imprese fa parte degli otto punti su cui Bersani proverà a trovare un consenso in parlamento. Verrebbe da dire che se le elezioni fossero andate diversamente sarebbe tutto un po’ più facile….
Non c’è dubbio. Ovviamente come presidente dell’Anci, ancor prima che come esponente del Pd, faccio il tifo perché l’iniziativa di Bersani abbia successo e il Paese abbia finalmente dopo 14 mesi un governo politico che governi. Ma anche se il tentativo di Bersani dovesse fallire, bisogna intervenire subito. Non lo diciamo solo noi, lo ha detto anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: i comuni sono in stato di necessità. E proprio sulla base di questo stato di necessità noi fonderemo la nostra disobbedienza al Patto.
Il problema però non è solo il Patto. I comuni sono in attesa di risposte anche sul finanziamento della Cassa integrazione, sulla spending review, sulla proroga della Tares a luglio che rischia di essere una vera mazzata per le imprese che operano nel settore dello smaltimento dei rifiuti. Quali interventi avete in mente?
Sulla Tares ad esempio continuiamo a pensare che la proroga al 2014 sia la soluzione più ragionevole. Aver fatto slittare a luglio 2013 la data del primo pagamento non agevolerà i cittadini e metterà in seria difficoltà i comuni e le imprese. Tanto vale allora, rimandare tutto all’anno prossimo e continuare anche per quest’anno con l’attuale sistema (Tarsu-Tia). Siamo contenti di aver raccolto l’adesione delle regioni alla nostra proposta (ieri infatti la Conferenza delle regioni ha deciso di appoggiare la richiesta avanzata dalla regione Campania e dall’Anci di far slittare il nuovo ttributo su rifiuti e servizi al 2014).