- Agosto 26, 2013
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Comuni – Dall’Imu alle riforme istituzionali, i temi caldi per i sindaci dopo la pausa estiva
"L'Abolizione dell'Imu comporta un buco finanziario insostenibile. Se il governo decide di abol..."L’Abolizione dell’Imu comporta un buco finanziario insostenibile. Se il governo decide di abolirla bisogna che contestualmente si dica ai Comuni con quali altre risorse vengono sostituite i flussi finanziari che oggi sono garantiti dall’Imu". E’ l’ultima dichiarazione in ordine di tempo rilasciata dal presidente dell’Anci Piero Fassino che ieri 25 agosto, dai microfoni di Rainews24, è tornato a parlare dell’imposta municipale, uno dei nodi principali che i Comuni si troveranno ad affrontare dopo la pausa estiva.
Al canale all news della Rai, il presidente Anci ha ricordato che i comuni italiani non sono nelle condizioni di subire ulteriori riduzioni di trasferimenti. "Dopo 12 anni di tagli e riduzioni – ha infatti sottolineato – siamo arrivati al punto limite di rottura".
Sempre in tema di Imu, il presidente Anci ha fatto sentire la sua voce anche nei giorni scorsi auspicando “chiarezza da parte del governo. In primo luogo – ha spiegato in una dichiarazione del 22 agosto – vorremmo che fosse chiaro che i comuni hanno bisogno di certezze sulle loro entrate. Per questo e’ necessario che qualunque riforma della fiscalita locale, comunque la si voglia chiamare, entri in vigore dal 2014. E’ infatti impensabile che per i comuni sia gestibile, a fine esercizio, una revisione delle imposte 2013”.
La scorsa settimana Il presidente dell’Anci ha partecipato alla Festa democratica di Siena dove ha parlato anche dell’eventualità di una crisi di governo, delle indennità per i sindaci e delle Unioni di comuni. Per quanto riguarda i rischi per l’esecutivo Letta, Fassino ritiene che "sia che la crisi precipiti e si vada a elezioni, sia che non ci sia, certi temi come l’apertura di una nuova fase nei rapporti tra Stato e enti locali, dovranno rimanere in cima all’agenda di Governo".
Sempre dalla città del Palio, Fassino ha ancora una volta denunciato come la questione delle indennità per i sindaci sia “un problema aperto da tempo”. "Io penso – ha detto ai sostenitori del Pd – non tanto ai sindaci delle grandi citta’ ma a quelli delle citta’ medie, a quei sindaci che governano comunita’ di 40 mila abitanti, dimensioni che chiedono un impegno a tempo pieno. Quei sindaci hanno un riconoscimento di indennita’ assolutamente ridicolo".
Sempre da Siena, il sindaco di Torino è tornato su un’altra priorità per i municipi, quella che riguarda il riassetto istituzionale dei diversi livelli di governo. Per il presidente Anci “se la politica vuole esercitare la sua funzione di direzione deve stare al passo con i cambiamenti sociali che ci sono stati negli ultimi trenta anni”. Secondo Fassino occorre quindi “incentivare le unioni dei comuni, perché gli 8mila comuni, 5mila dei quali con meno di 3mila abitanti sono un’articolazione istituzionale della società che corrisponde ad un’altra fase della vita del nostro Paese”. La riorganizzazione della dimensione comunale per il presidente Anci “dà anche senso alla riorganizzazione dell’istituzione intermedia tra regioni e comuni. Io credo che si debba delegare ad ogni regione la decisione da prendere, insieme ai comuni, su quali forme istituzionali di area intermedia creare. Tutto questo – ha quindi concluso Fassino – è possibile sole se gli attori istituzionali collaborano e interagiscono nel rispetto reciproco delle loro competenze. E’ indispensabile, infatti, che non ci siano sovrapposizioni tra il lavoro dei sindaci e quello dei presidenti di regione”. (ef)