• Giugno 8, 2020
di Ufficio stampa

Servitù nucleari

Comuni compatti per ottenere tutti i contributi compensativi previsti del decreto Scanzano

Riunione degli enti locali dopo la decisione della Corte di Appello di Roma che ha condannato lo Stato a pagare 97 milioni non saldati tra il 2005 e il 2011. “Comunque pronti a ragionare con il governo su soluzioni alternative che coinvolgano anche i Comuni che non hanno fatto alcuna azione legale”
Comuni compatti per ottenere tutti i contributi compensativi previsti del decreto Scanzano

I Comuni sede di servitù nucleari proseguiranno compatti nella loro battaglia giudiziaria per ottenere tutti i 97 milioni di euro di contributi compensativi per lo smantellamento delle centrali, che il governo dal 2005 al 2011 non ha pagato per intero ma in forma ridotta. Nello stesso tempo le amministrazioni sono disponibili a ragionare con il governo nella ricerca di soluzioni alternative, come provato in passato con i governi che si sono succeduti, coinvolgendo anche i Comuni che non hanno intentato alcuna azione legale, ma che hanno diritto al recupero delle somme. È la posizione emersa dall’incontro in streaming dei rappresentanti degli enti locali sede di servitù nucleari, riuniti dopo la decisione della Corte di Appello di Roma che lo scorso 4 giugno ha condannato lo Stato al pagamento delle somme non versate in base al cosiddetto ‘Decreto Scanzano’.
All’incontro, coordinato dall’Anci e dallo studio legale Santiapichi di Roma che ha assistito le amministrazioni nella battaglia legale partita nel 2011, hanno partecipato: Roberta Battaglia, sindaco di Caorso e coordinatrice della Consulta Anci dei Comuni sede di servitù nucleari, insieme con i primi cittadini Daniele Pane (Trino), Firmino Barberis (Saluggia), Melissa de Santis (Ispra) e Gianluca Palazzo (Rotondella); presenti anche l’assessore Paolo Mancioppi di Piacenza e rappresentanti del Comune di Latina.
“Ringraziamo innanzitutto lo studio legale che ci ha assistito nella nostra lotta lunga nove anni, per recuperare somme che ci spettano”, sottolinea Roberta Battaglia, ricordando che si tratta di “risorse necessarie per compensare i territori dei danni subiti per la presenza delle centrali nucleari”. “L’Anci con la sua azione di raccordo ha ancora una volta confermato il suo ruolo di rappresentanza dei territori con una linea duttile ma ferma nei confronti dell’amministrazione centrale. In questi anni abbiamo più volte avanzato proposte di mediazione ai governi di tutti i colori politici senza ottenere riscontro alcuno alle nostre richieste”. Per questo “una volta presa la decisione dell’azione legale, dopo il primo risultato in primo grado confermato ora in Appello, non abbiamo alcuna intenzione di recedere e vogliamo arrivare sino in fondo per ottenere il pagamento delle somme non corrisposte”, ha concluso la coordinatrice della Consulta Anci dei Comuni sede di servitù nucleari.

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