- Gennaio 27, 2016
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Città metropolitane – Roma, Unindustria: a sindaco poteri speciali, municipi capitolini diventino Comuni
Trasformare i 15 Municipi romani in Comuni autonomi nell'ambito della Città metropolitana di ...Trasformare i 15 Municipi romani in Comuni autonomi nell’ambito della Città metropolitana di Roma Capitale "che li renderà alla pari con gli attuali 120 Comuni dell’area metropolitana", dando al sindaco della Città metropolitana di Roma poteri speciali, che ne facciano un interlocutore unico e efficace per le realtà produttive del territorio. Infine, raggiungere gli obiettivi della legge Delrio "favorendo le unioni di Comuni che formano l’area metropolitana – immaginiamo 11 aggregazioni – a cui sarà affidata la gestione congiunta dei servizi di interesse economico generale".
Sono i tre pilastri della proposta di nuova governance di Roma capitale presentata da Unindustria questa mattina, nel corso dell’evento "La città metropolitana di Roma capitale", e contenuta in uno studio commissionato all’Universita di Tor Vergata e alla Luiss, nell’ambito dei lavori della Rete delle Associazione Metropolitane di Confindustria. Al convegno, in corso di svolgimento presso la sede dell’associazione Civita, partecipa il segeretario generale dell’Anci, Veronica Nicotra.
In base alla proposta, il territorio verrebbe riorganizzato intorno a 135 comuni che manterrebbero le loro prerogative municipali ma coopererebbero su molti fronti. Ogni Unione si occuperà della gestione comune dei servizi economici di interesse generale necessari al buon funzionamento del rapporto stato-cittadino-imprese e delle azioni di start up che avviino il processo di crescita e occupazione, si propone nello studio.
Questa riorganizzazione porta con sé un riassetto anche del resto del territorio della Regione e delle restanti 4 province che dovranno anch’esse organizzarsi attraverso l’unione dei loro Comuni e, con l’esercizio aggregato delle loro funzioni, dovranno essere in grado di rinforzare legami con la Capitale che nel caso di Roma è strategicamente posizionata.Il risultato è una proposta integrata e sussidiaria che agisce sia su scala regionale sia su scala di area vasta.
La Regione (ente locale di "collegamento" tra Roma e le altre province) e i Comuni manterrebbero inalterato il loro ruolo "ma completamente diversi saranno i compiti da attribuire al Sindaco della Città metropolitana di Roma Capitale che, come in tutte le capitali europee, non saranno certo la gestione di attività di tipo ordinario, ma speciali", aggiungono i ricercatori.
"Questa nuova organizzazione, che si propone, garantisce equità territoriale e coesione – conclude lo studio – prevedendo interventi in aree di esclusione e di povertà, competitività migliorando l’efficienza e l’accessibilità di investitori esterni alla Città Metropolitana e alla Regione, sostenibilità migliorando la rete complessiva dei servizi e l’uso delle risorse come suolo e spazi". (com/gp)