- Novembre 4, 2015
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Città e Università – Collini (Rettore Trento): “Un rapporto che richiede il contributo e l’integrazione di saperi disciplinari diversi”
Far sì che la comunità locale e il suo governo consideri l’università com...Far sì che la comunità locale e il suo governo consideri l’università come una risorsa; far si che nella relazione tra università e territorio gli attori coinvolti nel processo decisionale dell’università sono: il mondo economico e produttivo il governo locale, e la società civile, infine, sviluppare progetti di Ateneo rivolti alla città che permettano a tutte le anime dell’università di portare sul territorio le loro esperienze e al contempo permettano alla comunità locale di riconoscere il ruolo delle università. Sono queste, secondo il rettore dell’Università di Trento Paolo Collini le tre aree sulle quali intervenire per sviluppare al meglio il rapporto Città e Università portandolo a divenire volano di reciproco sostegno e sviluppo.
Commentando il protocollo firmato durante l’assemblea Anci di Torino da Anci e da Crui per sviluppare una sinergia tra Comuni ed Atenei nella crescita dei territori, Collini evidenzia altresì come “il tema del rapporto tra università e città abbraccia un ampio ventaglio di problematiche che, per la loro comprensione e soluzione, richiedono il contributo e l’integrazione di saperi disciplinari diversi”.
Secondo il rettore sono almeno tre gli elementi da considerare: la difficile convivenza tra Università e Città che le ospitano anche perché portatori di istanze diverse e alle volte contrapposte. “Le prime si confrontano con la comunità scientifica e per molto tempo, in parte ancora oggi, non conoscono le necessità della comunità locale e del territorio che le ospita – afferma –. Dal lato delle città, le comunità locali e i loro governi, interessati alla gestione del territorio e ai problemi dei propri cittadini, raramente riescono a comprendere cosa sia una università, la sua missione, quali i suoi fini e le sue esigenze”.
Un secondo elemento di criticità è costituito “dal difficile dialogo tra i due attori – continua – che fa sì che si manifestino “conflitti” su un ampio ventaglio di problemi che variano della dimensione del contesto urbano, del tessuto sociale e del momento storico in cui l’ateneo si è insediato sul territorio.
“Il terzo elemento è, infine, quello economico: la difficile situazione economica delle università e dei comuni e l’assenza di risposte da parte del Governo complica il rapporto tra gli atenei e il territorio in cui questi sono ospitati”.
Ciò detto, “un primo possibile intervento – sottolinea il rettore Collini – potrebbe essere costituito da un’azione volta a favorire un cambiamento nella percezione delle università da “university of the town” a “university in the town”. L’azione deve essere diretta sia verso i ricercatori sia verso le comunità locali: far sì che la comunità locale e il suo governo consideri l’università come una risorsa; instaurare la relazione tra università e territorio coinvolgendo anche la società civile oltre che il mondo economico e il governo locale; infine, sviluppare progetti di Ateneo rivolti alla città che permettano a tutte le anime dell’università di portare sul territorio le loro esperienze e al contempo permettano alla comunità locale di riconoscere il ruolo, non solo scientifico, svolto dall’università. Esempi di possibili temi sono “University and sustainable cities”, “University and healthy cities” e “University and creative cities”.
Focalizzandosi sul caso Trento, Colli sottolinea, infine, come l’internazionalizzazione costituisca per l’Ateneo trentino uno dei più rilevanti obiettivi della propria pianificazione strategica con l’idea di esportare i propri modelli formativi e competenze attraverso il consolidamento delle relazioni internazionali, il potenziamento dei programmi di mobilità, lo sviluppo di progetti di ricerca e l’ammodernamento delle proprie infrastrutture (leggi la relazione integrale). (com/fdm)