• Novembre 9, 2015
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Città e Università – Bianco: “Comuni stimolino nuovo mecenatismo”

di Enzo Bianco*   Se vent’anni fa Catania mutò modello di sviluppo ponendosi com...

di Enzo Bianco*
 
Se vent’anni fa Catania mutò modello di sviluppo ponendosi come centro propulsivo di quella che sarebbe diventata l’Etna valley, il merito fu di una serie di fattori legati prevalentemente al rapporto che Comune e Università seppero stringere con il mondo delle imprese. Per questo motivo sono tra i più convinti promotori dell’accordo tra Anci e Crui, la Conferenza dei rettori che prevede politiche innovative di promozione per favorire la trasformazione, in particolare di taluni centri, in poli d’attrazione internazionali per lo sviluppo del pensiero.
Da diversi anni ormai sto lavorando perché quest’idea di città-campus si affermi a Catania. La mia città ha tutte le caratteristiche, a cominciare proprio dall’università, la più antica della Sicilia, fondata nel 1434, e tra le maggiori del Sud, per richiamare studenti da ogni parte del Mediterraneo. Catania ha poi il maggiore aeroporto del Sud Italia, un grande porto e sta realizzando una rete integrata di metropolitana, cabinovie e bus che in pochi anni rivoluzionerà il concetto di mobilità puntando anche sull’uso della bici, che è il mezzo più veloce per gli spostamenti in città. Catania ha inoltre un clima straordinariamente mite e ciò ha consentito lo sviluppo della cosiddetta “movida” che ha per protagonisti proprio gli studenti.
Infine, la città è già adesso il centro naturale per lo studio di un’area, quella del Distretto della Sicilia del Sud Est, dove si concentra l’80% del Pil dell’intera Sicilia la netto della Pubblica amministrazione.
Porre l’ateneo catanese come centro di richiamo per tutto il Mediterraneo – e non solo degli studenti, ma anche degli insegnanti, per avere il meglio – presuppone una serie di interventi che spaziano dalla comunicazione a livello internazionale alla realizzazione di specifiche infrastrutture, come il grande villaggio per studenti che vogliamo realizzare proprio nel centro di Catania, in una zona dove oggi si trova il maggiore ospedale della Sicilia orientale, il Vittorio Emanuele, che sta per essere trasferito in una nuova struttura a Librino.
La necessità di garantire agli studenti un alloggio che li ponga al riparo delle speculazioni è fondamentale per quei centri che intendono trasformarsi in città-campus. Oltre che dal Vittorio Emanuele una soluzione potrebbe venire dalla realizzazione di piccoli appartamenti per studenti nell’area del vecchio San Berillo, quartiere oggi con notevoli difficoltà, che conduce dal porto alla “City” catanese e che in pochi anni è destinato a cambiar volto diventando un centro artigianale e turistico. Abbiamo poi ipotizzato eventuali esperimenti di housing sociale in cui gli studenti hanno dal Comune riduzioni sugli affitti se si impegnano in attività come quelle di doposcuola per i bambini dei quartieri interessati o in lezioni di informatica per gli anziani.
Bisogna ricordare comunque che l’accordo Anci-Crui deve estendersi anche all’Impresa e alla Società civile se vogliamo creare un sistema che, sul modello anglosassone, finanzi la ricerca anche a livello locale. E i Comuni devono stimolare un nuovo mecenatismo che, attraverso lasciti e donazioni, fornisca nuova energia al sistema della formazione e della ricerca.
 
*Sindaco di Catania e presidente del Consiglio Nazionale Anci