• Novembre 6, 2015
di anci_admin

Notizie

Città e Università – Ajani (Rettore Torino): “Una nuova visione per l’università e il territorio”

“L’Università e la Città di Torino hanno dinamiche di governo locale in co...

“L’Università e la Città di Torino hanno dinamiche di governo locale in comune legate ad uno degli obiettivi strategici importanti, quello di essere sempre più programmaticamente città universitaria, oltre che meta di turismo culturale e sede di imprese innovatrici nell’automotive e in altri settori. Gli insediamenti edilizi dell’Ateneo coi suoi 10 poli di didattica e ricerca  e le residenze universitarie, la presenza di  studenti italiani e stranieri e il loro impatto sulla vitalità dei consumi materiali e culturali sono il veicolo concreto di un rapporto stretto, oggetto di varie politiche di promozione, indirizzo, regolazione che vanno dalla residenzialità in via di potenziamento, ai trasporti, allo sport, all’offerta  di beni culturali e di forme di  intrattenimento mirate a questa popolazione. L’Università di Torino sviluppa a sua volta una strategia di responsabilità sociale verso il territorio, attenta alla sostenibilità economica, ambientale della propria attività corrente e delle sue strategie e una terza missione di trasferimento di tecnologia e di conoscenza che vede la collaborazione e lo scambio con numerose aziende e la creazione di spin off accademici affidati a giovani ricercatori-imprenditori”. Così il prof. Rettore Università di Torino Gianmaria Ajani in merito all’accordo Anci-Crui noto come ‘Protocollo di Pavia’ che “conferisce un adeguato inquadramento formale ad attività come quelle appena elencate e sarà di grande aiuto a svilupparle ulteriormente”.
Per il professor Ajani, la lettura del protocollo ci restituisce in dieci articoli molto concreti una visione della città e dell’Università avanzata e realistica, relativamente all’impegno di tanti atenei e città tra cui Torino.
“La visione non è nuova per gli studiosi e per i leader politici di maggior rilievo e per le think tank delle politiche economiche e urbane dell’area OECD – afferma Ajani – ed è stata espressa in anni recenti con varie parole chiave quali learning city, smart city, knowledge economy che sono state e sono sempre a rischio di diventare slogan vuoti e lontani, in odore di tecnocrazia, se non supportate da azioni specifiche di collaborazione tra pubblico e privato, tra governi e pubblica amministrazione”.
“Il Protocollo di Pavia – sottolinea – si presenta invece come un quadro che conferisce senso a numerose azioni specifiche, posiziona buone pratiche già in atto col giusto rilievo e ne promuove lo sviluppo e la moltiplicazione. Un’Università di dimensioni proporzionate alla città in cui ha sede o un sistema universitario in una regione o in una metropoli,  attira risorse di conoscenza su di un territorio anche se non se lo propone ma, se è inserita in un disegno strategico (come ad esempio  quello  che per Torino è il Terzo Piano strategico Torino Metropoli 2025), può diventare una leva formidabile per rafforzare il tessuto produttivo e distributivo  con l’innovazione proveniente dalla ricerca, per elevare il livello culturale”.
“L’Università stessa – evidenzia il Rettore – ha l’opportunità di diversificare la gamma dei modi in cui realizza anche le sue missioni fondamentali di ricerca e didattica con maggior creatività e impiego di nuovi media e formule organizzative. Anche le politiche per il diritto allo studio manifestano meglio la loro funzione di investimenti della collettività per il proprio futuro”.
“Investire sull’Università diventa allora sempre più un modo di distribuire benefici alle comunità locali. Non possiamo che augurarci – conclude – che finanziatori pubblici e privati e comunità locali mobilitate prendano sul serio questa nuova visione. (com/fdm)