• Dicembre 15, 2015
di anci_admin

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Chiusura uffici postali – Emilia Romagna, il TAR dispone la riapertura per 18 Comuni su 20

All’indomani della comunicazione (3 febbraio 2015), con cui Poste Italiane annunciava la chius...

All’indomani della comunicazione (3 febbraio 2015), con cui Poste Italiane annunciava la chiusura di alcuni uffici postali situati nelle frazioni, una ventina di Comuni emiliano-romagnoli ha espresso il proprio assoluto dissenso ottenendo che le chiusure fossero procrastinate, fino a quando il 1 luglio è stato comunicato che gli Uffici Postali avrebbero definitivamente chiuso il 7 settembre. A quel punto, nel rispetto della legge, i Sindaci in coordinamento con ANCI Emilia Romagna  hanno presentato ricorso al TAR – in gran parte attraverso un incarico congiunto all’Avv. Prof. Andrea Maltoni – che ha permesso anche un importante risparmio sulle spese a carico di ogni Comune ricorrente.
Esito positivo il 5 novembre per 9 comuni ricorrenti, l’11 dicembre per altri 9. Tutti hanno ottenuto una sospensiva del provvedimento di chiusura, che dispone l’immediata riapertura degli uffici postali chiusi, fino all’udienza pubblica dell’11 maggio 2016, nel corso della quale il giudice si esprimerà con sentenza definitiva.?
Un risultato importante che premia l’azione che abbiamo condiviso fin dall’inizio di questa vicenda e che ha portato alla riapertura di 18 uffici postali su 20. Resta infatti in attesa l’ufficio postale di Frassinoro (MO), mentre per Camugnano (BO) un’ordinanza impegna Poste Italiane a negoziare con il Comune le condizioni per un’eventuale riapertura in attesa di pronunciamento definitivo del TAR.
Dichiarazione di Fabio Fecci  – vicepresidente vicario di ANCI Emilia Romagna e sindaco di Noceto:
La pronuncia del TAR è un provvedimento importante, perchè si pone a tutela di un servizio che assolve ad una funzione sociale sul territorio e consente di mantenere un presidio nelle zone periferiche che concorre a migliorare la qualità della vita dei residenti. Non ha senso rammaricarsi del progressivo spopolamento delle nostre campagne se poi si continuano a sottrarre servizi pubblici importanti a territori già in condizioni di difficoltà. (com/gp)