- Giugno 25, 2014
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Centrale unica appalti, l’Anci scrive al governo
Matteo Barbero Dal 1° luglio si rischia il blocco delle gare in circa 8 mila comuni. Lo denunci...Matteo Barbero
Dal 1° luglio si rischia il blocco delle gare in circa 8 mila comuni. Lo denuncia l’Anci, che ha richiesto al governo un incontro urgente per affrontare le problematiche poste dall’art. 9, comma 4, del dl 66/2014 (convertito nella legge n.89/2014 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 143 di ieri). Tale disposizione (si veda ItaliaOggi del 20 giugno) impone ai municipi (con la sola eccezione di quelli capoluogo di provincia, che sono, però, poco più di un centinaio) di centralizzare gli acquisti di beni e servizi. La norma consente diverse alternative (procedere nell’ambito delle unioni dei comuni, ove esistenti, costituire un apposito accordo consortile, ricorrere ad un soggetto aggregatore o alle province, utilizzare, per l’acquisto di beni e servizi, gli strumenti elettronici di acquisto gestiti dalla Consip o da altro soggetto aggregatore), ma per il resto non fa sconti: chi non si adeguerà verrà bloccato, anche perché in tali casi l’Autorità di vigilanza non potrà più rilasciare il Codice identificativo gara (Cig). Il vincolo riguarda tutte le «gare bandite» dal 1° luglio 2014. In così breve tempo, denuncia l’Anci, i comuni non sono in grado di riorganizzarsi e saranno obbligati a ricorrere a Consip. Ma, come sottolinea la nota a firma del presente dei sindaci, Piero Fassino, «per alcune categorie di servizi e di lavori non esistono convenzioni, trattandosi di servizi e di lavori non standardizzabili». Da qui, la richiesta di un incontro urgente per individuare una via d’uscita «che sappia coniugare l’esigenza di razionalizzazione del numero di stazioni appaltanti con una opportuna e fase transitoria di adeguamento per i comuni, nonché la possibilità di valutare modalità più essibili ed economicamente più sostenibili di reperimento di lavori e servizi». Come evidenziato su ItaliaOggi del 21/6/2014, un primo passo sarebbe escludere le fattispecie di amministrazione diretta (per le quali non occorre il Cig) e i cottimi fiduciari sotto i 40 mila euro (soggetti, però, a Cig), come già ammesso in passato dalla Corte dei conti. Dal 1° luglio, i
comuni con meno di 5 mila abitanti (3 mila se montani) dovranno conferire a unioni o convenzioni altre tre funzioni fondamentali. Anche su questo versante regna il caos, dato che molti enti si sono appena insediati. Ecco perché l’Anci ha da tempo chiesto una nuova proroga.
24/06/2014 ItaliaOggi Pag. 25