• Marzo 11, 2013
di anci_admin

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Catasto – Castelli al ‘Sole 24 Ore’: “Strumenti inadeguati, poco coraggio dei sindaci nell’usarli ma adesso non bastano più”

“La vera partita è il trasferimento delle funzioni catastali ai Comuni. Un punto che i ...

“La vera partita è il trasferimento delle funzioni catastali ai Comuni. Un punto che i sindaci chiedono da dieci anni e senza il quale non può esserci vera autonomia fiscale”. Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno e responsabile Finanza locale per l’Anci, riapre il dossier del catasto ai Comuni.
La riforma degli estimi contenuta nella delega fiscale del Governo Monti, però, non prevedeva l’attribuzione del catasto ai Comuni. E comunque tutto si è fermato con la fine anticipata della legislatura. Nel frattempo, l’Imu è arrivata a 23,7 miliardi di gettito, applicati su valori catastali a dir poco iniqui.
Sicuramente abbiamo un sistema incongruo, e non a caso il catasto è stato inserito tra le priorità che l’Anci ha indicato al futuro governo prima delle elezioni.
Per completare le revisione degli estimi serviranno dai tre ai cinque anni. Strumenti come la revisione delle microzone e dei classamenti possono essere una soluzione temporanea?
In assenza di una riforma, bisogna accontentarsi di quel che c’è, ma è evidente che le procedure per la revisione delle microzone sono strumenti inadeguati, anche perché presuppongono una cooperazione tra enti diversi e una coerenza tra i diversi uffici del Territorio che non sempre esiste.
Già prima dell’Imu, meno di 20 Comuni avevano avviato la revisione delle microzone. Paura degli amministratori di diventare impopolari facendo pagare più tasse ai proprietari che beneficiano di rendite catastali troppo basse?
È chiaro che in alcuni casi è mancato il coraggio, però il problema è più generale. I Comuni, soprattutto quelli più piccoli, hanno difficoltà ad auto-organizzarsi e a individuare meccanismi premiali al proprio interno. D’altra parte, nell’effettuare segnalazioni qualificate alle Entrate, il coraggio non è mancato. Il problema è quando si diventa impopolari per conto dello Stato, come con l’Imu.
Di fatto, il 30% dei Comuni italiani nel 2012 non ha neppure scaricato dal sito del Territorio i file con i dati sull’Ici per verificare se i pagamenti erano in regola. Come lo spiega?
Due terzi dei Comuni hanno meno di 5mila abitanti, quindi si parla di una realtà stratificata e multiforme che esprime capacità amministrative esigue. Indubbiamente, questi trend nascono nell’ambito dei piccoli Comuni in cui si sono stabilizzate procedure di controllo diverse, ma non per questo assenti. Detto questo, l’uso delle tecnologie va senz’altro incoraggiato. (com/gp)