• Settembre 15, 2025
di Ufficio stampa

Istruzione

Carnevali: “Scuola caposaldo delle comunità, diventi priorità nazionale”

Nel giorno dell’avvio dell’anno scolastico la delegata Anci all’Istruzione e sindaca di Bergamo traccia le priorità del mondo scuola dal punto di osservazione dei Comuni
Carnevali: “Scuola caposaldo delle comunità, diventi priorità nazionale”

“L’avvio del nuovo anno scolastico è per alcuni la ripresa, per altri l’inizio nuovo di un tempo della vita ricco di opportunità, scoperte, curiosità, impegno, oltre che di acquisizione di conoscenze e competenze”. Comincia con queste parole il confronto con la sindaca di Bergamo e delegata Anci all’Istruzione, Elena Carnevali, che affronta tutte le tematiche cruciali per il mondo della scuola, vista dal punto di osservazione dei Comuni e Città metropolitane, a partire dal ruolo educativo che ricoprono insegnanti, personale, dirigenti e personale ATA. “Per tutti – rimarca la sindaca – l’aspettativa e l’augurio è svolgere la propria missione educativa trovando modalità di collaborazione che consentano di organizzare servizi scolastici ed educativi inclusivi e di qualità, contrastando al tempo stesso le povertà educative”.
I Comuni e le Città metropolitane stanno affrontando la fase finale della concretizzazione dei progetti finanziati dal PNRR, a partire da quelli di edilizia scolastica. Qual è la situazione ad oggi e quali le prospettive future?
C’è un grande impegno da parte dei Comuni che sono riusciti in massima parte a rispettare le diverse scadenze previste. Ad oggi però, a fronte delle ingenti risorse per la costruzione e la riqualificazione degli asili nido, con oltre 150 mila nuovi posti che si realizzeranno, non si hanno certezze sulle risorse che, a partire dal 2026, saranno necessarie per la loro gestione, con il rischio di avere le strutture ma non le risorse sufficienti per attivare i servizi. Una criticità più volte rappresentata da ANCI nelle sedi istituzionali”.
Preoccupazione desta anche il fronte delle risorse ordinarie per l’edilizia scolastica
E’ così. Dopo aver effettuato la ricognizione sul fabbisogno per l’edilizia scolastica richiesta dal Ministero, la programmazione triennale nazionale 2025-2027 non vede alcun stanziamento così come la messa a norma antincendio la cui scadenza è stata prorogata a dicembre 2027. Risorse necessarie per consentire di proseguire nella messa in sicurezza e rinnovamento del patrimonio edilizio scolastico e nella realizzazione di ambienti confortevoli, innovativi, sempre più adeguati anche alle novità della didattica.
Cosa chiedete a Governo e Parlamento?
È cruciale che lo Stato individui educazione, formazione e edilizia scolastica come priorità dell’agenda politica nazionale e destini risorse certe con una programmazione pluriennale che consenta a Comuni e Città una adeguata programmazione delle attività.
Diritto allo studio, con gli occhi dei Comuni, è un altro tema sensibile
I Comuni si trovano di fronte a questa sfida che comprende trasporti, mense, assistenza scolastica. Ci confrontiamo anche con l’esigenza di assicurare l’inclusione degli studenti e delle studentesse con disabilità in un contesto di risorse sempre più scarse; circa 700 milioni per le spese sostenute dai comuni a fronte dei 130 provenienti dallo Stato. Sono cifre che, seppur aumentate rispetto agli anni precedenti, devono essere incrementate, come ribadito nella Conferenza unificata dell’11 settembre scorso, dove abbiamo consegnato una raccomandazione; che nei prossimi anni i fondi dedicati a questo tema siano stabilizzati e assegnati su base triennale e nei primi mesi dell’anno. L’aumento dei bambini e delle bambine con bisogni educativi speciali, reso evidente dai progressi nelle diagnosi precoci, rende infatti necessario potenziare i servizi di assistenza anche in considerazione dell’aumento dei costi del servizio dovuto al rinnovo contrattuale del personale dedicato all’assistenza educativa.
Torniamo alla comunità educante di cui parlava all’inizio. Quale l’obiettivo primario che secondo lei deve perseguire?
Da un lato fornire a studenti e studentesse conoscenze, competenze, sapere, attrezzandoli per una crescita integrale che includa anche la sfera sociale, affettiva, emotiva e psicologica. Dall’altro investire nella promozione del tempo pieno, come fatto per le circa 1000 mense scolastiche che i Comuni stanno riqualificando o realizzando ex novo con i fondi del PNRR. E poi i progetti che abbiano a riferimento la scuola come spazio di socialità che devono essere complementari all’orario scolastico e capaci di formare ragazze e ragazzi in creatività, attitudini sportive e artistiche, intraprendenza, responsabilità, in collaborazione con realtà territoriali e agenzie educative.
L’istituzione scolastica è un caposaldo della vita di una comunità. Non sempre però viene identificata come tale. Perché?
Perché non ancora è chiaro che l’urgenza educativa è una sfida di responsabilità che deve partire dallo Stato, dalle Regioni per le competenze sussidiarie con la collaborazione rilevante dei Comuni e delle realtà associative del Terzo Settore. Fare questo significa porre il tema al centro dell’agenda politica riconoscendolo come priorità, e anche per recuperare la fiducia verso il domani delle giovani coppie che desiderano essere genitori e delle famiglie contrastando il declino demografico. Non da ultimo, occorre ricordare che servizi e istituzioni educative sono l’altra grande leva per dare maggiori opportunità professionali alle donne e favorire la loro centralità all’interno della società.