• Settembre 3, 2018
di anci_admin

Notizie

Avvistamenti – Tra la luna e calanchi, “monaci di creta”

Nel cuore della Basilicata si trova un piccolo grande festival cresciuto negli anni fino a diventare...

Nel cuore della Basilicata si trova un piccolo grande festival cresciuto negli anni fino a diventare il quinto festival in Italia per importanza! Si tratta della “Luna e i calanchi”, che si svolge dal 21 al 26 agosto ad Aliano, il paese dove fu confinato Carlo Levi, scrivendone poi nel Cristo si è fermato ad Eboli, uno dei grandi libri italiani del ‘900.   Ideato e curato dallo   scrittore Franco Arminio – direttore artistico – ,  nativo di Bisacce, nella vicina Irpinia. Il festival è idealmente dedicato alla   Paesologia,    “scienza”  fantastica e atipica inventata da Arminio:  che è   proposta civile (salvare i piccoli paesi dallo spopolamento e al degrado) e insieme proposta di uno sguardo diverso  sulle cose (prendersi cura di sé e  del mondo, esercitare l’attenzione, senza fretta). Tra le molte frasi che accolgono i  visitatori ne leggiamo una: “Ad Aliano non c’è bisogno di  nessuno, sembra che nessuno sia importante. IL paese non ha bisogno di darsi arie”.  La manifestazione è organizzata autarchicamente, con la partecipazione di tutti e con l’impegno dei giovani del paese. Il programma di quest’anno, che ha un padrino d’eccezione (Rocco Papaleo) consisteva di conferenze, proiezioni, concerti (Sparagna, Chiara Civello, Avitabile…),  fiabe, conversazioni, “monologhi di un minuto”, letture di poesie alle 3 di notte, passeggiate all’alba sui calanchi (i tipici monti argillosi intorno ad Aliano: uno dei paesaggi più onirici in Italia!).  Sabato 25, al concerto all’anfiteatro dei calanchi seguito da un migliaio di persone venute da tutt’Italia, Arminio ha letto alcune sue poesie, tra cui una dedicata proprio al paese del festival: “Aliano no ha fretta / di farsi trovare, lascia / fare al paesaggio. / Qui la terra sembra un popolo, / un affare di cardi e ginestre. / Li chiamano calanchi / ma è come stare in una chiesa / guarda come pregano / questi monaci di creta”. (fl)