- Settembre 17, 2013
Comunicati Stampa Anci
Attivita’ Produttive – ANCI alla Camera, Sindaci devono poter regolare aperture esercizi commerciali
E se le liberalizzazioni avessero creato un danno al principio di concorrenza invece di promuo... E se le liberalizzazioni avessero creato un danno al principio di concorrenza invece di promuoverlo? E se avessero danneggiato anche la qualita’ della vita dei cittadini? E’ il caso degli orari di apertura degli esercizi commerciali nelle citta’. Lo hanno spiegato oggi Sara Biagiotti e Nadia Monti, rispettivamente assessori allo Sviluppo economico di Firenze e al Commercio di Bologna nel corso di un’audizione alla Commissione Attivita’ produttive della Camera.
Le due esponenti dell’ANCI hanno consegnato alla Commissione un documento nel quale viene chiesto che ‘’siano attribuite ai Sindaci facolta’ di coordinamento e riorganizzazione degli orari degli esercizi pubblici’’, modificando cosi’ l’articolo 50 del Tuel che ha invece abolito i limiti giornalieri e orari.
‘’Il caso tipico che rende indispensabile questo intervento – spiega Biagiotti – e’ quello dei quartieri della movida: in queste zone della citta’ gli esercizi commerciali si moltiplicano e chi non puo’ stare aperto anche la notte, per mancanza di mezzi o di risorse, viene penalizzato. Intanto le notti insonni dei residenti annullano la loro qualita’ della vita. Per questo chiediamo che i Sindaci possano avere la possibilita’ di conciliare le esigenze dei commercianti, della giusta concorrenza e del diritto alla qualita’ della vita dei cittadini, innanzitutto attraverso una regolamentazione di orari e giorni di apertura degli esercizi commerciali’’.
Non ci sono pero’ solo i quartieri della movida: ‘’Il tema si estende anche ai problemi di sostenibilita’ ambientale, sociale e di viabilita’ che, per esempio, alcune concentrazioni di esercizi commerciali possono creare e che ad oggi restano ingovernabili’’.
E la questione, fa notare Monti, ‘’abbraccia piu’ in generale la governance delle citta’: non si tratta – spiega – della semplice regolamentazione degli orari, perche’ le ricadute di questo tipo di liberalizzazione sono importanti anche dal punto di vista sociale. Se in una famiglia si lavora sette giorni su sette, per esempio, vuol dire che non c’e’ piu’ il tempo per prendersi cura dei figli o degli anziani a carico nei giorni di riposo. E in questo caso cosa si fa? Si aumentano le strutture ricettive pubbliche per anziani e bambini? Con quali risorse? E’ un modello di societa’ che cambia e noi dobbiamo essere in grado di dare risposte alle nuove esigenze o, appunto, regolamentare l’apertura degli esercizi commerciali’’.
‘’Il commercio di vicinato – concludono le esponenti dell’ANCI – va comunque valorizzato e difeso, perche’ rappresenta un ideale presidio del territorio e un’attrazione per cittadini e turisti. Ma e’ necessario anche contemplare il diritto alla qualita’ della vita dei cittadini e la leale concorrenza’’. (mt/mv)