• Novembre 24, 2015
di anci_admin

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Aree interne – Strategia nazionale, seminario tecnico a Roma sul pre-requisito istituzionale

Si è svolto oggi a Roma un seminario di lavoro sul tema del pre-requisito istituzionali della...

Si è svolto oggi a Roma un seminario di lavoro sul tema del pre-requisito istituzionali della strategia nazionale “aree interne” organizzato dal Dipartimento per la politica di coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministro, da ANCI-IFEL e dal FORMEZ a cui hanno partecipato tutti i Sindaci referenti delle aree progetto selezionate, le Regioni e i Ministeri interessati.
Secondo l’accordo di partenariato 20014-2020, i Comuni che partecipano alla strategia “aree interne” devono dimostrare di lavorare alla costruzione di “sistemi intercomunali permanenti” attraverso la gestione associata di funzioni e servizi fondamentali, e cioè con progetti stabili di collaborazione istituzionale e non solo con intese di “scopo”, finalizzate esclusivamente a catturare risorse per lo sviluppo.
E’ questa una delle principali innovazioni di metodo introdotta nelle politiche territoriali da questa strategia, insieme a quella che prescrive di coniugare  e coordinare interventi per lo sviluppo (finanziati da risorse aggiuntive) con interventi di potenziamento dei servizi di cittadinanza (finanziati da risorse ordinarie).   
Dal seminario è emerso che in tutti i Comuni interessati dalla strategia (sono circa 950, perloppiù di dimensioni demografiche ridotte), i processi associativi sono stati avviati correttamente. Naturalmente la situazione evolutiva è diversa da Regione e Regione e dipende in gran parte anche dal quadro di regole regionali nel frattempo intervenuto. Anche le dimensioni delle aree individuato e il numero di Comuni per area è un fattore rilevante: nei casi di un numero minore di comuni costituenti l’area di intervento il processo associativo è certamente più agevole, mentre maggiori difficoltà di riscontrano nei casi di aree costituita da un numero elevato di comuni.
I sindaci intervenuti -pur apprezzando l’importanza dei processi aggregativi in corso-  non hanno mancato di sottolineare anche le difficoltà di lavorare sulle gestioni associate di funzioni fondamentali (per i vincoli finanziari, gli extracosti, le difficoltà organizzative),  mentre hanno dichiarato che risulta più agevole collaborare su servizi di area vasta (quelli per esempio di competenza delle ex Comunità Montane) o di tipo innovativo (agenda digitale, efficientamento energetico (anche se su quest’ultimo tema non mancano difficoltà di coordinamento fra i Comuni).
Dai Sindaci è venuta anche l’esigenza di collegare la gestione associata delle funzioni fondamenti con le funzioni e i servizi di area vasta che dovranno essere organizzati secondo quanto da ultimo disposto dalla Legge Delrio.
 “Bisogna superare le piccole gelosie e la difesa ad ogni costo del proprio campanile – ha affermato Micaela Fanelli, Sindaco di Riccia e coordinatrice dei Sindaci italiani nel Comitato delle Regioni intervento ala fina della mattinata di lavoro. Si può infatti esaltare carattere, specificità, originalità del proprio municipio senza per questo rinunciare alle esigenze di coordinamento per rendere più efficienti ed efficaci le funzioni e i servizi erogati attraverso processi aggregativi”.
“La riduzione progressiva delle risorse finanziarie a disposizione, la complessità della domanda di servizi da parte di cittadini e imprese, la sfida dell’ammodernamento istituzionale rendono irreversibili i processi associativi. La sfida che abbiamo di fronte -ha concluso Fanelli- è coniugare l’autonomia insopprimibile dei Sindaci e la difesa dell’identità del territorio amministrato con la necessità di immaginare forme organizzative adeguate per assicurare la più alta qualità dei servizi resi dalle nostre amministrazioni”. (com)