- Maggio 16, 2016
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Appello sindaci – Bianco all’Unità: “Siamo in trincea senza risorse I sindaci vanno rispettati”
“Per manifestare i punti di sofferenza e chiedere una "pausa di riflessione". ... “Per manifestare i punti di sofferenza e chiedere una "pausa di riflessione". Nell’ultimo consiglio nazionale dell’Anci, a Roma, ho raccolto questo malessere di?uso che ho deciso di rendere pubblico. Invitamo le istituzioni, il governo, il Parlamento e anche i cittadini, a ri?ettere. Non è né una richiesta di aiuto, né una polemica, ma l’espressione della nostra grande amarezza”. Questo nelle parole del primo cittadino di Catania Enzo Bianco il senso della lettera aperta che un gruppo di sindaci ha inviato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Intervistato dall’Unità sabato scorso Bianco, anche come presidente del Consilgio nazionale Anci, ribadisce l’amarezza dei sindaci. “Prima di tutto le risorse che sono sempre meno, la spending review ha fatto pagare un prezzo salato solo ai Comuni. Ci troviamo poi uno steccato fra la responsabilità che ti dà l’elezione diretta e l’autonomia che possiamo esercitare. Questo sistema ha decine di vincoli che ci bloccano anche sulle più piccole cose, i cittadini ci chiedono di agire ma non è possibile. Per dire: a Catania – spiega il sidnaco etneo – c’è la piaga dei parcheggiatori abusivi, ma non ho gli strumenti per risolvere questo problema. Per questo ho chiesto al governo un decreto legge sulla sicurezza urbana”.
Bianco ricorda anche il triste capitolo delle intimidazioni agli amministratori locali: “Sono tantissime al Sud e al Nord, pochi giorni fa hanno bruciato la casa al sindaco di Licata, dicono per l’abbattimento delle case abusive. Il mitico sindaco Vassallo è stato ucciso, così come un altro anni fa a Aci Castello. Ecco, tutto ciò mi ha fatto dire: ri?ettiamo se la reputazione dei sindaci non sia da difendere, siamo in prima linea, dobbiamo avere più strumenti”.
Da qui la richiesta del presidente del Consiglio nazionale Anci di maggiori strumenti per i sindaci. “Una Carta dell’autonomia per poter decidere cosa fare. Se non posso supe rare il 30, 35% della spesa del Comune, almeno vorrei decidere come spenderlo, oggi devo chiedere alla Corte dei Conti, al Ministero dell’Interno, fra un po’ al Consiglio episcopale… Non posso manco decidere se mettere lo zucche ro di canna nel ca?è, eppure sono eletto dai cittadini”, conclude Bianco. (gp)