• Ottobre 12, 2017
di Giuseppe Pellicanò

#Anci2017

Castelli: “Niente più tagli ma macchina comuni non si guida più, ecco le richieste al governo”

Il sindaco di Ascoli Piceno: "A partire dal 2012 sono saltati gli schemi della finanza locale che deve ora ritrovare un minimo di organicità ripartendo proprio dalla prossima Finanziaria"
Castelli: “Niente più tagli ma macchina comuni non si guida più, ecco le richieste al governo”

VICENZA – “E’ vero che non ci sono più i tagli ma a causa di quanto successo negli ultimi anni la macchina dei Comuni è con le ruote sgonfie, il serbatoio vuoto e con una guida impossibile per il numero di codicilli che fanno navigare i Comuni come sull’acquasplash. Dalla prossima finanziaria ci aspettiamo piccoli e significativi segnali che aprano ad una nuova stagione, in cui si affermi il vero principio autonomista basato sulla regole del pago, vedo e voto”. E’ la considerazione svolta da Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno e delegato Anci alla finanza locale, che ha aperto la sessione su ‘La città e l’economia’ che ha caratterizzato l’ultima parte della seconda giornata dell’Assemblea Anci in svolgimento a Vicenza.
Parlando del “diavolo che si annida nei dettagli”, il delegato Anci alla Finanza locale punta il dito anche sulle conseguenze che i rinnovi contrattuali avranno sui bilanci comunali “ai quali saranno sottratti 600 milioni”. Così come ricorda che, “a causa del ‘Fondo crediti di dubbia esigibilità’, saranno tolti quattro miliardi alla possibilità di spesa de Comuni”.
Secondo il sindaco di Ascoli questa situazione è frutto del fatto “che a partire dal 2012 sono saltati gli schemi della finanza locale che deve ora ritrovare un minimo di organicità ripartendo proprio dalla prossima Finanziaria”.
In questo senso il delegato Anci formula tre richieste precise al governo in vista della manovra: “un poco di risorse per fare fronte alle conseguenze della nuova perequazione”; ancora “nuove risorse per mitigare l‘impatto sui nostri bilanci dei rinnovi contrattuali”. Ed infine un “nuovo impianto normativo per evitare le conseguenze della progressione del Fondo crediti di dubbia esigibilità”. (gp)


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