• Ottobre 14, 2016
di anci_admin

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#anci2016 – I comuni e le Università per lo sviluppo dei territori

Bari - ci sono relazioni che, quando sono positive, generano effetti utili a molti. E’ il caso...

Bari – ci sono relazioni che, quando sono positive, generano effetti utili a molti. E’ il caso dei comuni e delle università. L’università può essere per la città un importante produttore di conoscenza, un soggetto che fa crescere e offre capitale umano altamente formato; può essere un attore rilevante per lo sviluppo territoriale e per lo sviluppo e il trasferimento tecnologico; inoltre favorisce l’incontro tra la dimensione locale e quella globale, facilitando il contatto con la scena internazionale. La città, a sua volta, è una risorsa importante per l’università, che cerca e consolida la propria condizione urbana. “Dalla collaborazione tra città e università sono attesi benefici che vanno dalla produzione di maggiore ricchezza alla modifica virtuosa dei modelli di vita, dalla realizzazione di maggiore coesione sociale, alla diffusione di una tecnologia amica dell’uomo” (così nel Protocollo ANCI- CRUI 2015). Di questo tema si è discusso in occasione del seminario “I comuni e le università per lo sviluppo dei territori” tenutosi nell’ambito della XXXIII Assemblea Anci a Bari, nel corso del quale è stata presentata la ricerca condotta da IFEL sul tema. I relatori presenti all’incontro si sono confrontati sulle occasioni concrete che comuni e università hanno per collaborare e generare effetti positivi per le persone e per l’ambiente.
Il Sindaco Guido Castelli, Presidente di IFEL, aprendo la discussione ha sottolineato l’interesse dei comuni sedi di università, nello sviluppo di una riflessione strategica con gli attori del territorio e, tra questi, con le imprese più innovative, le università e i centri di ricerca che costituiscono una risorsa molto importante per l’acquisizione di know how e per la formazione delle skill di base necessarie ai processi di cambiamento. Ha precisato, inoltre, che i comuni contribuiscono con risorse importanti alla vita delle università: sia, come evidenziano i dati della ricerca realizzata da IFEL, attraverso contratti e convenzioni; sia attraverso trasferimenti per investimenti (soprattutto relativi agli immobili); sia infine mettendo a disposizione parte del patrimonio immobiliare del comune.
Annalisa Gramigna, che per IFEL ha seguito la ricerca, ha messo in evidenza alcuni dati relativi alle vocazioni delle università italiane e gli ambiti di possibili incontri per la co-creazione di percorsi di sviluppo dei territori. Ha inoltre presentato dati di spesa relativi, in particolare, alle entrate pubbliche delle università evidenziando una generale riduzione delle risorse statali a fronte di un aumento delle entrate che derivano dagli enti locali e, in particolare, dalle regioni. Inoltre ha presentato alcuni interessanti esempi che mostrano il valore pubblico che si può generare dall’interazione positiva degli attori dell’ecosistema urbano e territoriale.
Il Professor Nappi, Presidente della Rete Unitown, una rete internazionale formata dalle città universitarie, ha presentato le caratteristiche di questa iniziativa nata proprio per condividere esperienze e sviluppare buone pratiche nelle relazioni tra città e università. Il Professore ha evidenziato come la Rete Unitown fa riferimento al Protocollo ANCI-CRUI per leggere le azioni che città e università realizzano insieme attraverso progetti e iniziative. Per altro, ha precisato Nappi, le università, in questo modo, possono realizzare al meglio la loro Terza Missione, cioè la valorizzazione, dal punto di vista culturale ed economico, delle attività di ricerca.
Il Sindaco Depaoli, del Comune di Pavia, e l’Assessore Paola Romano, del Comune di Bari, sono stati chiamati ad una testimonianza per evidenziare le strategie e le azioni concrete realizzate insieme alle università dei loro territori.
L’incontro è stato chiuso dall’intervento di Pierluigi Raimondi, rappresentante dell’Associazione Nazionale Consorzi Universitari, che ha portato il punto di vista di un attore particolare come sono, appunto, i Consorzi evidenziando l’opportunità che si apre, anche per le università, soprattutto in un periodo storico di progressiva contrazione delle risorse pubbliche. La collaborazione con i territori, infatti, non è solo un’occasione di maggiore diffusione della produzione culturale e scientifica delle università ma è anche una possibilità di ampliamento della possibilità di acquisire risorse economiche. Ciò vale, in particolare, per quelle università che si trovano in centri piccoli e medi e che, più delle altre, hanno l’attitudine alla creazione di partnership con gli attori economici, con il mondo della cultura e con le altre istituzioni dell’ecosistema locale.(com/vs)