• Ottobre 30, 2015
di anci_admin

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#anci2015 – Falcomatà: “Si tenga conto situazione Comuni sotto piano rientro, solidale con Messina in nome Stretto”

TORINO – “Stato ed enti locali non sono entità separate: senza risorse certe, i C...

TORINO – “Stato ed enti locali non sono entità separate: senza risorse certe, i Comuni non possono garantire ai cittadini servizi pubblici dignitosi e dare risposte alle loro crescenti esigenze. I sindaci sono sempre più un punto di riferimento delle loro comunità e delle persone che gli si rivolgono per problemi quotidiani, anche non di loro competenza”. Lo ha affermato il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, tra gli amministratori coinvolti in una tavola rotonda sul fisco locale, coordinata dal vicedirettore del Sole 24 Ore, Salvatore Padula, nell’ambito dell’Assemblea Anci che si chiude oggi al Lingotto di Torino.
Falcomatà ha aperto il suo intervento con “un forte abbraccio al sindaco di Messina, Renato Accorinti, cui va la nostra solidarietà formale e sostanziale per l’emergenza idrica degli ultimi giorni. La nostra città – ricorda il sindaco reggino – ha contribuito in questi giorni fornendo autobotti e personale di protezione civile, in nome di un senso di solidarietà tra amministratori locali. Reggio e Messina stanno cercando di superare i campanili ed avviare un dialogo – ha sottolineato – partendo dallo Stretto che li accomuna”.
Venendo ai temi economici, il primo cittadino calabrese, pur plaudendo alla annunciata eliminazione del patto di Stabilità, ha ricordato la situazione peculiare della sua amministrazione, insediata un anno fa, due anni dopo lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. “Reggio, a causa del piano di riequilibrio che ci costringe a restituire ogni anno dodici milioni di euro allo Stato, non può ricorrere all’indebitamento. Levare il patto di Stabilità – sottolinea Falcomatà – senza consentire anche alla nostra città di ricorrere all’indebitamento per finanziare opere pubbliche ed infrastrutture, comunque tutte le occasioni di sviluppo per la città Metropolitana, rischia di fare apparire la fine del patto come un’anatra zoppa”.
Infine, una considerazione sulle spese sostenute dai Comuni per gli uffici giudiziari. “E’ positiva la riforma che ha trasferito allo Stato le spese per la loro gestione, ma la partita va chiusa in modo definitivo, ci sono – puntualizza – diversi milioni di euro che vanno restituiti ai Municipi. Non ha senso uno Stato che chiede ai Comuni di onorare i propri debiti entro 60 giorni, e  poi non fa altrettanto”, ha concluso Falcomatà. (gp)