• Ottobre 29, 2015
di anci_admin

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#anci2015 – De Magistris: “I sindaci devono costruire ponti di accoglienza e solidarietà, puntando sulle persone”

TORINO - “Ricordiamoci del nostro passato e non commettiamo gli stessi errori. Costruiamo un m...

TORINO – “Ricordiamoci del nostro passato e non commettiamo gli stessi errori. Costruiamo un mediterraneo che salti le differenze perché la vera rivoluzione è quella culturale. Mettiamo la dignità e la persona al centro. Nei nostri territori, in particolare, la strada non è quella di continuare a distruggere ma quella di valorizzare, far vedere e utilizzare le bellezze che abbiamo, produrre un Pil del benessere e costruire relazioni umane di accoglienza. I sindaci devono abbattere muri e costruire ponti di accoglienza e solidarietà”. Questo l’appello del sindaco di Napoli Luigi De Magistris intervenuto oggi alla seconda giornata di lavori dell’Assemblea Anci in corso di svolgimento al Lingotto di Torino.
Partendo dal tema del dibattito “Prima le persone. I nuovi bisogni in un mondo che cambia: il nostro bene comune”, il sindaco di Napoli ha ricordato che l’Europa della globalizzazione finanziaria ed economica ha tralasciato i diritti delle persone, poiché ancora oggi troppo grandi sono le differenze. In tal senso invita i sindaci a “provare a lavorare alla costruzione delle differenze. Noi sindaci – ha detto – potremmo essere i primi a prendere le distanze dalla tragedia dei rifugiati perché non abbiamo i soldi ma a chi fa questo discorso basta andare in un porto per qualche minuto, vedere i sofferenti per sceglie da che parte stare”. Questo per dire che bisogna pensare agli “immigrati non come un problema ma come risorsa economica poiché il Pil del nostro Paese cresce anche grazie a loro”.
Portare la legalità nei mestieri e nella vita quotidiana è l’obiettivo del sindaco di Napoli e delegato Anci alla Legalità bypassando il concetto liberista che felicità è avere e puntando sul verbo essere. “Le persone – ha aggiunto – sono felici nella legalità e nella sicurezza. Bisogna abbassare i consumi e creare relazioni significative. Lavoriamo sul capitale umano, sull’energia e sulla passione”.
“Noi stiamo nel mediterraneo – ha sottolineato – un mare che è una importante risorsa economica e le persone che arrivano sulle nostre coste hanno grande sete di giustizia, di stare bene. Dobbiamo invertire alcuni ragionamenti e sostituire alla globalizzazione delle indifferenze quella delle differenze”.
Infine, “bisogna cercare di avvicinare la legalità formale alla giustizia – dalle unioni civili alla cittadinanza onoraria agli immigrati – per costruire comunità migliori”. (fdm)