• Novembre 12, 2013
di anci_admin

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Anci Toscana – Ieri a Firenze Convegno internazionale su territorio e strategie condivise per pensare al futuro del Paese

"In Toscana c’è domanda di formazione: vogliamo farla diventare un punto di forza ...

"In Toscana c’è domanda di formazione: vogliamo farla diventare un punto di forza del nostro lavoro al servizio dei comuni e delle comunità toscane attraverso un’agenzia che non si aggiunge alle altre, ma che offre qualcosa in più attraverso la conoscenza di direttrici nuove”. Con queste parole Alessandro Pesci, Segretario generale di Anci Toscana, ha aperto ieri a Firenze il convegno “Il futuro in gioco. Nuovi percorsi per la formazione: la conoscenza al servizio dei territori”, che ha visto la presenza di esperti di livello internazionale di processi formativi innovativi e di rappresentanti regionali e nazionali del mondo della formazione e delle politiche del lavoro. L’appuntamento ha voluto essere, infatti, come ha sottolineato Pesci, un’occasione “per uscire dai noi stessi: non solo dai nostri territori, guardando alle esperienze più avanzate che si sviluppano all’estero, ma anche dal mondo degli enti locali. Vogliamo essere partner del complesso processo di riforma e ristrutturazione del sistema Paese”.
Al centro delle riflessioni un tema molto sentito in tempo di crisi: come preparare il futuro in modo intelligente. Ne ha parlato David Beurle, fondatore di Future IQ Partners (Australia), esperto e consulente di processi di programmazione territoriale sviluppati in vari paesi del mondo. Il futuro non si indovina, ma lo si può costruire partendo dal porsi delle domande precise, cogliendo quali sono le sfide principali del presente, chiedendosi qual’è il futuro atteso e quello desiderabile e analizzando le conseguenze misurabili nel tempo delle scelte che facciamo. In estrema sintesi è la metodologia degli scenari di previsione, che consente di prevedere gli scenari plausibili del futuro di un territorio a dieci, venti o trenta anni. Una domanda, quella sul futuro, che chiama in causa prima di tutto l’agire politico, perché i futuri possibili sono molti in base alle decisioni prese o non prese. Ma che richiede anche la partecipazione e l’impegno delle comunità nel loro insieme nel contribuire a prendere una direttrice piuttosto che un’altra.
Il convegno ha presentato anche esperienze di strategie di sviluppo condivise sperimentate all’estero come quella di West Cork, nel sud ovest dell’Irlanda, illustrata da Celine Beurle di Future IQ Partners. Pensare al futuro non può prescindere dalla sostenibilità e dal pensiero alle risorse del pianeta. Nella sessione mattutina è stato presentato da Tanja Scheelhaase, ricercatrice tedesca, Cradle to Cradle, (letteralmente “dalla culla alla culla”), una filosofia che diventa prassi tecnologica e produttiva: la parole d’ordine sono riduzione, riciclo e riuso dei materiali dei nostri consumi quotidiani, con l’idea di fondo che i rifiuti devono essere come… cibo, in un’economia circolare che guarda anche all’equità sociale. La sfida, come ha evidenziato Paolo Santinello di Klink Srl, partner di Future IQ, è collegare ipotesi “grandi” ai nostri territori, cercando soluzioni locali di qualità, accorciando il divario tra futuro atteso e desiderato.
Strategie, territorio, formazione, criteri regionali condivisi sono state le parole chiave anche della sessione pomeridiana del convegno, che si è aperta con l’intervento di Carla Ciampi di Isfol e la presentazione dei dati di una ricerca sugli strumenti e le azioni sviluppate dalle Regioni per l’innovazione a partire dall’utilizzo dei fondi FSE.
Sono intervenuti inoltre Gianni Agnesa di Formez, Walter Tortorella di Ifel – Istituto Finanza Enti Locali, e infine per la Regione Toscana il Dirigente del Settore Formazione Gabriele Grondoni e l’assessore Gianfranco Simoncini. (com)