- Marzo 11, 2013
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Anci, per le aree interne serve una strategia mirata che punti sulla positiva esperienza delle Unioni di comuni
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“Le aree interne devono essere oggetto di una riserva specifica di attenzione e di strategia mirata. Tale approccio deve riguardare non solo l’utilizzo dei fondi sulle politiche di sviluppo e quindi le linee di intervento, ma anche l’attività ordinaria”. E’ quanto ha sottolineato il coordinatore nazionale dei Piccoli comuni, Mauro Guerra, che ha partecipato al Forum organizzato a Rieti dal ministro per la cooperazione, Fabrizio Barca, e dall’Anci sui temi delle aree interne, in vista del nuovo ciclo di programmazione dei fondi comunitari.
“Su temi come scuola, sanità, trasporti, diritti fondamentali di cittadinanza e servizi essenziali, occorre che nell’ordinarietà delle politiche ci sia un’attenzione specifica misurata sulle caratteristiche delle aree interne”, ha aggiunto Guerra riferendosi alla posizione espressa dal ministro Barca.
Altro aspetto evidenziato dal coordinatore nazionale dei Piccoli comuni Anci è quello della destinazione delle risorse alle aree interne. Un tema che “deve essere intrecciato in modo coerente, ed a sua volta a sostegno, dei percorsi della gestione associata delle funzioni e delle unioni di Comuni”.
Per questo Guerra saluta con favore la tendenza ad un cambio di metodo nell’erogazione dei fondi. “L’attuale sistema dei bandi, una volta che i territori si saranno organizzati dando vita alle gestioni associate, dovrà essere sostituito da una pianificazione dello sviluppo territoriale che va – conclude Guerra – concertata al meglio tra i diversi livelli decisionali.
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Commissione montagna dell’Anci, Enrico Borghi, per il quale “l’Unione di comuni può essere il soggetto di programmazione e di attuazione sul territorio delle politiche di coesione per le aree interne”. Anche se, a suo parere, “serve una armonizzazione normativa e legislativa, che riprenda il modello tedesco che prevede due livelli di organizzazione, uno per le aree rurali, l’altro per quelle urbane”.
In questo senso Borghi invita a “riprendere alcuni aspetti di quel modello così da costruire una nuova governance locale più efficiente, che metta i sindaci al centro delle programmazioni e delle attuazioni, facendo meglio lavorare gli amministratori in termini di perfomances ed efficienza”.
Lo stesso delegato Anci ha messo in guardia contro il rischio che un ‘vuoto governativo’ finisca per ripercuotersi sugli esiti del negoziato con Bruxelles sul ciclo di programmazione 2007-2014. “Le istituzioni europee si muovono con tempi determinati. Non chiudere oggi l’accordo significa perdere tutte le risorse comunitarie dei prossimi 6 anni. Sarebbe un dramma – conclude il delegato Anci – che nè il paese nè gli enti locali possono permettersi”.
Nel corso del dibattito di Rieti è intervenuta anche Micaela Fanelli, sindaco di Riccia e delegato Anci alle Politiche comunitarie che ha ribadito come “anche sul tema dei comuni minori e delle aree interne l’Anci si candida ad avere un ruolo di accompagnamento sulla progettazione e lo studio dei modelli di governance locale, oltre che sul lancio di nuovi sistemi di misurazione degli obiettivi”.
Fanelli ha portato alla due giorni di dibattito la testimonianza di un progetto che sta realizzando a Riccia, coinvolgendo tutti i comuni dell’area del Fortore. Si tratta del cosiddetto ‘Borgo del Benessere’, un’idea che prevede la realizzazione di un sistema di ricettività diffusa dedicato agli anziani con relativi servizi di assistenza medica, ottenuto partendo dalla ristrutturazione di circa 20 immobili situati nel centro storico del paese, con una ospitalità per circa 80 persone. La delegata si è detta convinta che la sfida dello sviluppo locale si gioca sul terreno “della capacità degli enti locali minori e delle aree interne di cogliere al meglio le opportunità che vengono anche dall’Europa, trasformando le criticità in opportunità”. Per questo motivo l’associazione continuerà a sviluppare il confronto sui territori con l’aiuto delle Anci regionali.
Al dibattito sulle aree interne ha preso parte anche Paolo Anibaldi, sindaco di Castel Sant’Angelo, e delegato Anci alle politiche della disabilità. A suo parere “è inutile continuare a pensare a grandi manovre calate da Bruxelles, quando appare sempre più necessario rivedere la norma del patto di stabilità che danneggia ulteriormente le già note criticità dei piccoli centri che sono nelle aree interne”.
Mentre da parte sua Fabio Refrigeri, sindaco di Poggio Mirteto e delegato Anci a sportello unico ed attività produttive, ha ricordato la positiva esperienza delle Unioni di Comuni. “Sono loro, ormai 400 in Italia, insieme a quella delle convenzioni intercomunali previste dalla legge 152/90, il terreno su cui gli amministratori devono puntare per raccogliere la sfida della nuova politica di coesione territoriale per le aree interne”, ha affermato Refrigeri. (gp)