- Settembre 23, 2015
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Anci Lombardia – Fassino al direttivo: “Anci rappresenta tutti i comuni. E continuerà a battersi per far sentire la loro voce”
"L'associazione rappresenta gli 8mila comuni italiani. Tutti, grandi e piccoli. E lo fa senza a..."L’associazione rappresenta gli 8mila comuni italiani. Tutti, grandi e piccoli. E lo fa senza alcuna distinzione politica o di appartenenza: l’attività negoziale di Anci si svolge in tutte le sedi più importanti – dai Ministeri ai palazzi del Governo – per portare all’attenzione le istanze di chi governa il territorio. E svolge anche un’importante attività istituzionale che esula dall’ambito strettamente politico". Lo ha sottolineato il presidente dell’Anci, Piero Fassino, partecipando ai lavori del direttivo regionale di Anci Lombardia, svoltosi lunedì scorso a Milano.
Insomma, Anci occupa una posizione che non può, e non deve, essere messa in discussione. Per quanto, ha riconosciuto lo stesso Fassino, "il contesto in cui noi come Associazione e i singoli amministratori locali si muovono, è estremamente complicato. Servono più tutele, visti i tempi di crisi, ma queste sono difficili da erogare per via dei continui tagli alla risorse.
Ma sbaglia chi considera l’atteggiamento di Anci, improntato alla negozialità, un sinonimo di servilismo nei confronti del Governo: "L’operato di chi prende decisioni a Roma viene giudicato con una valutazione di merito e laddove i provvedimenti presi vadano contro gli interessi dei sindaci, siamo sempre intervenuti per far sentire la nostra voce, avere risposte, ottenere provvedimenti".
Fassino ha ricordato alcuni dei successi ottenuti – la riduzione dell’Imu agricola per i comuni montani, la rinegoziazione dei mutui della cassa depositi e prestiti, la definizione di nuova legge di stabilità – pur nella consapevolezza che c’è ancora molto da fare. Su tanti fronti diversi, in cui una negoziazione davvero incisiva diventa imprescindibile. A cominciare dalla legge di stabilità: "E’ ora di chiudere la stagione del taglio delle risorse, che dal 2007 a oggi ha visto una riduzione di 18.5 mld di euro di fondi. Ed è il momento di superare il patto di stabilità, dando finalmente il via allo sblocco degli avanzi di esercizio". Fondamentale uscire dall’impasse sul fronte Città Metropolitana e Aree Vaste: "Seguire il piano di riduzione dei costi fissato in 1 miliardo per il 2015, 2 per il 2016 e 3 per il 2017 è insostenibile. Serve una seria rimodulazione delle politiche finanziarie".
E poi c’è la questione più pressante, quella della fiscalità: "Il Governo annuncia di voler togliere le tasse sulla casa. Ma non spiega come rientrare dei 5 milliardi che, con quel taglio, di fatto vengono sottratti alle casse dei comuni. Aspettiamo di aprire al più presto un tavolo di discussione in cui avere risposte chiare".
Da parte sua il presidente di Anci Lombardia, Roberto Scanagatti, ha stigmatizzato “le dichiarazioni di alcuni amministratori locali e certe uscite sulla stampa, a proposito della presunta scarsa operatività di Anci, non rendono minimanente giustizia al lavoro che da sempre l’Associazione svolge al servizio dei Comuni. Tanto più ora che siamo in un periodo di malessere generalizzato, in cui si esce da una politica di tagli pesanti e ancora non ci sono risposte chiare sul reale livello di autonomia dei comuni".
D’altro canto lo stesso Scanagatti ha chiesto che “ci sia un cambio di passo, chiaro e visibile: "Non possiamo più permetterci di subire tagli, nè possiamo pensare che gli amministratori locali operino senza sapere esattamente qual è e quale sarà il loro livello di autonomia".
Il fronte più caldo è, chiaramente, quello fiscale: "La decisione di tagliare le tasse sulla casa va inquadrata anche nell’ottica di quali conseguenze avrà per i Comuni, perchè mette in discussione la loro autonomia. Se non è più previsto quel gettito, significa che sarà il Governo a dover provvedere, non è chiaro come, a fonti alternative di finanziamento. Ma allora siamo di fronte a un sistema di fiscalità derivata. E alla necessità di aprire una piattaforma di mobilitazione più complessiva, sulle autonomie locali". E molto c’è ancora da fare anche in materia di patto di stabilità: "Perchè è vero che è stato allentato, ma allo stesso tempo si è ridotto il valore di questo allentamento". (com/gp)