• Febbraio 13, 2015
di anci_admin

Anci Giovani

Anci Giovani – Cadore (Sandrigo): “Questa nuova classe dirigente può farcela, Paese ha bisogno dei giovani”

“Ci avviciniamo all'appuntamento con Expo2015. Più di ogni altra cosa, questa sar&agrav...

“Ci avviciniamo all’appuntamento con Expo2015. Più di ogni altra cosa, questa sarà la grande occasione per gli 8mila comuni Italiani di far sapere al mondo che l’Italia non è "Roma-Venezia-Napoli-Pizza e Mandolino" ma un impareggiabile intreccio di storia, cultura, impresa e territorio che non ha eguali al mondo. Ma da amministratore di un piccolo comune del Nord Est, terra del miracolo produttivo italiano, vedo la quotidianità di questo complesso equilibrio su cui abbiamo costruito il nostro paese e vedo che mancano gli strumenti per affrontare i problemi sul piatto nel giusto modo”. E’ quanto sostiene Davide Cadore, assessore alle Attività produttive del comune vicentino di Sandrigo, parlando di Expo, uno dei temi principali della due giorni di assemblea di Anci Giovani del 20 e 21 febbraio prossimi.
“Noi enti pubblici – spiega Cadore – danziamo ad un ritmo che non piace alle imprese, che ci chiedono velocità e prestanza. Le aziende, non supportate dall’azione pubblica, sono troppo spesso miopi e adottano strategie di brevissimo periodo. E’ sempre un brutto sintomo avere paura di guardare lontano: spaccare in quattro il capello che si ha tra le mani non è detto che serva a risolvere la calvizie che ci attende domani”.
Cadore parla poi di “fermento nei territori” che definisce “esplosivo” a causa di “un occhio capace di accorgersi del buono che vi è in circolazione. Serve più tenacia e disponibilità a creare partnership” mentre oggi ci sono troppe iniziative “frammentarie, anche quando sono portate avanti in ottica di business da parte dei privati, penso ai tanti incubatori di idee-startup che abbiamo in territorio Veneto".
La Regione Veneto per l’assessore vicentino sta mettendo in atto “uno sforzo apprezzabile sotto questo profilo ma forse non sono tecnici e tecnicismi ciò di cui abbiamo bisogno oggi per uscire dall’impasse, ma una rete di mani tese per guidarci e farci guidare reciprocamente, di cui i Comuni dovrebbero e potrebbero farne parte”.
Cadore crede a questa nuova classe politica che sembra avviarsi verso un processo di ringiovanimento? “Voglio crederci – risponde – perché se non altro riesco ad identificarmici per età, approccio, linguaggio, obiettivi. Sappiamo che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, ma la rotta segnata è quella giusta senza dubbio. Abbiamo bisogno dei tanti giovani che hanno studiato, che hanno legittime ambizioni, che stanno costruendo la loro posizione professionale nel territorio in cui vivono. Vogliamo che queste persone aprano gli occhi sulla propria città, che già vivono e plasmano a modo loro con il proprio operato quotidiano nelle loro professioni”, conclude Cadore. (ef)