• Novembre 25, 2013
di anci_admin

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Alluvione Sardegna – I sindaci dei Comuni colpiti: “Macchina al lavoro, ma criticità su viabilità e terreni agricoli”

La macchina della ricostruzione, pur con qualche intoppo, continua a lavorare a pieni giri nei terri...

La macchina della ricostruzione, pur con qualche intoppo, continua a lavorare a pieni giri nei territori colpiti dall’alluvione in Sardegna. In molti Comuni si sono riuscite ad evitare le tendopoli, e le scuole stanno già riaprendo, grazie anche alla “straordinaria” prova di solidarietà di cui i sardi stanno beneficiando. Restano però forti criticità sulla viabilità e sull’accesso e il recupero dei terreni agricoli nonché, in prospettiva, sulla necessità di poter spendere i fondi a disposizione dei Comuni per il riassetto del territorio, ‘scavalcando’ i vincoli del Patto di stabilità.
A Olbia, il Comune più grande tra quelli funestati dall’acqua, il sindaco Gianni Giovannelli chiede proprio “che ci sia consentito di spendere i 50 milioni già presenti nelle nostre casse per intervenire sul territorio. Il premier Letta e i ministri e parlamentari che sono venuti qui ci hanno dato rassicurazioni, vedremo”. Intanto in città “le maggiori criticità sono state risolte: abbiamo riaperto quasi tutte le scuole e rimediato ai problemi elettrici e di approvvigionamento dell’acqua”. Il sindaco ringrazia soprattutto “le migliaia di volontari arrivati da tutta Europa e non solo dall’Italia: grazie a loro e alle tante donazioni stiamo distribuendo cibo, beni di prima necessità ed elettrodomestici”.
Anche a Torpè la situazione sembra in ripresa, sebbene le scuole restino chiuse e l’acqua venga distribuita con le autobotti: “Non ci sentiamo soli, ma l’emergenza continua”, dice il sindaco Antonella Dalu: “Al momento – spiega – abbiamo ripulito tutte le case e accolto 20 famiglie rimaste senza un tetto, grazie alla disponibilità di alcuni proprietari di seconde case all’interno del Comune. La viabilità invece resta un grosso problema: si riesce ad arrivare più o meno dappertutto con ruspe e fuoristrada, ma siamo ancora lontani dal poter consentire l’accesso ai mezzi ordinari. Con gli argini devastati, il fango e l’acqua sono dappertutto”. Anche per Chiara Michelangeli, primo cittadino di Onanì, “il problema principale è la viabilità: il paese è praticamente semi isolato. Non abbiamo avuto grossi danni, ma adesso questa situazione sta creando disagio”. Unica via di entrata e uscita dal paese “è una bretella, un ex cantiere della Provincia abbandonato a causa del Patto di stabilità, che adesso è stato in qualche modo ripristinato ma la cui percorrenza è riservata ai mezzi di soccorso. Durante l’alluvione quel cantiere è diventato in pratica il letto di un fiume, e ora speriamo solo che non venga a piovere di nuovo”.
Situazione rientrata, invece, a Uras e San Nicolò d’Arcidano, comuni in provincia di Oristano. “Abbiamo chiuso l’unità di crisi già sabato sera anche grazie alla solidarietà dei comuni vicini e di tutta la Sardegna, che ci ha permesso un lavoro di soccorso capillare a  preciso”, racconta il sindaco di Uras Gerardo Casciu che precisa: “adesso servono interventi di specialisti per mettere a posto gli impianti elettrici e idraulici danneggiati e risorse per il settore agricolo. Molti terreni e strade rurali sono inagibili e serve un sostegno immediato
D’accordo sull’emergenza agricoltura anche il sindaco di San Nicolò d’Arcidano Emanuele Cere “è l’unico vero danno che ha subito la mia amministrazione perché per il resto, devo ammettere, siamo stati fortunati”.
“Una fortuna – sottolinea – che ci concesso di attivarci da subito con due squadre formate da operai comunali e volontari per dare un aiuto ai nostri vicini Uras e Terralba”. (mv/fdm)