• Novembre 13, 2025
di Salvatore Dettori

#Anci2025

All’Assemblea ANCI il confronto sulla sicurezza: “Servono risorse e un nuovo patto per i territori”

All’incontro sono intervenuti Chiara Frontini, Sindaco di Viterbo, Vito Leccese, Sindaco di Bari, Stefano Locatelli, Vicesindaco di Chiuduno e Vicepresidente ANCI, Mattia Palazzi, Sindaco di Mantova e Vicepresidente ANCI, Silvia Salis, Sindaco di Genova, Enrico Trantino, Sindaco di Catania.
All’Assemblea ANCI il confronto sulla sicurezza: “Servono risorse e un nuovo patto per i territori”

BOLOGNA – La seconda giornata della 42ª Assemblea annuale dell’ANCI, in corso a Bologna, è ripresa nel pomeriggio con il panel “Un nuovo patto per la sicurezza urbana”, moderato dalla giornalista Myrta Merlino.
Chiara Frontini, sindaca di Viterbo, ha sottolineato come i problemi legati alla sicurezza “tocchino la carne viva delle persone”. “Nella mia città, di medie dimensioni, affronto le stesse pressioni delle grandi città”, ha spiegato.
“Servono soluzioni di sistema. A Viterbo utilizziamo gli strumenti a disposizione di tutti i sindaci: la videosorveglianza, i presìdi fissi della polizia locale, che infondono sicurezza nei cittadini. Ma questo non basta, perché la percezione del rischio è qualcosa di strutturale. L’ANCI ha proposto, ad esempio, l’istituzione di un Ced interforze: oggi verificare i problemi richiede troppo tempo, mentre una piattaforma tecnologica condivisa permetterebbe di incrociare i dati e accelerare gli interventi”.
“La videosorveglianza è utile, ma non può essere l’unica risposta: deve integrarsi con le analisi sui dati e con risorse adeguate per assumere nuovi agenti di polizia locale, con contratti stabili. Non basta più limitarsi al programma ‘Strade sicure’ nelle periferie delle grandi città: va esteso e rinnovato per arrivare a tutti i Comuni”.


Mattia Palazzi, sindaco di Mantova e vicepresidente ANCI, ha posto l’accento sul legame tra sicurezza e coesione sociale.
“La sicurezza è ciò che ti fa sentire libero. Negli ultimi anni abbiamo tutti governato, ma non abbiamo risolto l’emergenza: dobbiamo affrontare il problema senza ideologie, perché riguarda tanto le grandi quanto le piccole città”, ha detto.
“La percezione è un fatto sociologico, ma per un sindaco il tema è concreto: la paura di uscire di casa è reale. Le nostre città invecchiano, cresce il fenomeno dell’immigrazione, e non è più possibile gestire la sicurezza solo con strumenti come il foglio di via. Dobbiamo rafforzare il presidio del territorio: la polizia locale non può farcela da sola”.
Palazzi ha chiesto più risorse per l’integrazione e il contrasto delle marginalità: “Se non si integra, cresce il razzismo. Servono fondi anche per affrontare le dipendenze e i problemi di salute mentale. Serve un patto politico bipartisan su questi temi”.


Enrico Trantino, sindaco di Catania, ha evidenziato come, nonostante “un calo del 24% delle denunce rispetto all’anno precedente”, la percezione di insicurezza resti alta.
“Oggi a Catania ciò che più allarma i cittadini è il fenomeno dei parcheggiatori abusivi, che si comportano come veri e propri estorsori”, ha spiegato.
“C’è anche un problema di risorse, ma tocca a noi sindaci trovare soluzioni alternative per reperirle, coinvolgendo la società civile e i privati. Servono più uomini e mezzi, ma anche modifiche normative, come avvenuto con la legge sulla ‘Terra dei fuochi’. Dobbiamo ampliare la potestà sanzionatoria dei Comuni per poter intervenire in ogni situazione”.

“Noi sindaci – ha precisato Stefano Locatelli, vicesindaco di Chiuduno e vicepresidente Anci – anche se siamo di piccoli comuni che rappresentano il 95% dei comuni dell’insieme, sappiamo bene che un’agente di polizia in più su un territorio fa la differenza e può farti percepire più sicurezza. I problemi che affrontiamo però sono diversi. Nel comune di mille anime si ha una percezione diversa rispetto alle grandi città. Per l’occupazione abusiva delle abitazioni funziona al contrario. Quindi poter spendere meglio le risorse sui territori, la possibilità di assumere di più in polizia locale aiuta ogni comune, non è solo un problema di ideologia, ogni sindaco ha la propria idea politica ma è un problema reale per tutte le comunità ed è interesse dei sindaci tutelarle. Chiediamo maggior autonomia per fare di più, maggiori risorse per assumere e controllare meglio il territorio”.

Dopo aver descritto l’esperienza del Comune di Genova nell’utilizzo dei tacer per la polizia locale, Silvia Salis, sindaco di Genova ha dichiarato che “la micro criminalità fa sentire insicuri le comunità, le risorse in manovra finanziaria sono pari a zero e ci aspettavamo di più per rendere le nostre città da insicure a sicure, a prescindere se siano di centro sinistra o centro destra”.
“Serve più lungimiranza nelle politiche da attuare – ha proseguito la sindaca – Penso anche alle 37 mila nuove assunzioni che vorrei precisare ma non sono nuove assunzioni ma turn over. In realtà mancano 11 mila unità di polizia. Noi sindaci andiamo aiutati. Anche su temi che sono internazionali, come quello dell’immigrazione clandestina che va gestito senza populismi e di cui ci dobbiamo fare carico. Aspettiamo ancora 11 milioni di euro per i minori non accompagnati che vanno aiutati in un percorso di vita. La sicurezza è un tema da trattare in modo integrato con le politiche sociali, quelle dei minori, con il tema dell’offerta dei servizi per i cittadini. Soprattutto nella tutela delle donne e lo dico da sindaco donna avendo una maggiore responsabilità in questo”.

Infine Vito Leccese, sindaco di Bari nel suo intervento punta all’unità dei primi cittadini su temi importanti come la sicurezza urbana. “E’ necessario fare chiarezza al di là dell’approccio ideologico – ha dichiarato – Sono d’accordo sia con Salis che con Palazzi. Sono stato osteggiato in città per voler risolvere il problema della sicurezza urbana affrontandolo come un approccio culturale e portando le piazza cittadine ad essere vive. Ma credo che su questo ci deve essere la maturità della classe politica di questo paese. Su certi temi non ci si divide per cercare consenso in più nelle urne. I sindaci non si devono occupare di repressione del reato perché ci sono le forze dell’ordine preposte. Dobbiamo lavorare sui sogni dei cittadini, incentivandoli, e noi siamo dalla parte dei sogni dei nostri cittadini”.

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