- Gennaio 22, 2013
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Agenzie rating – Domenici: “Riforma è primo passo, continueremo a lavorare per struttura indipendente”
Una riforma importante che intende mettere un freno allo strapotere delle Agenzie di rating, il tutt...Una riforma importante che intende mettere un freno allo strapotere delle Agenzie di rating, il tutto all’insegna della trasparenza e delle regole certe necessarie ad evitare le turbolenze dei mercati. E’ il nuovo regolamento delle Agenzie di rating, approvato la scorsa settimana dal Parlamento – 579 sì, 58 no e 60 astenuti – dopo un negoziato lungo sei mesi. Ne abbiamo parlato con l’eurodeputato del Pd Leonardo Domenici, relatore del provvedimento e già presidente dell’ Anci nazionale. “E’ un primo passo comunque importante, ma continueremo a lavorare per arrivare all’istituzione di questa agenzia indipendente europea”, afferma Domenici.
Qual è il significato politico di questa riforma che in generale offre maggiori tutele per gli Stati ed anche per gli investitori?
Il solo fatto che abbiamo promosso questo dibattito sulle agenzie di rating a mio parere ha contribuito a fare crescere una maggiore consapevolezza critica anche nei mercati che non prendono più ciò che dicono le agenzie come verità assolute.
Inoltre se consideriamo la complessità di questo percorso, gli ostacoli incontrati e la distanza iniziale molto marcata e ampia con le posizione del Consiglio, possiamo dire che la conclusione a cui siamo giunti è sicuramente positiva. Anche se alcuni di noi avrebbero preferito adottare provvedimenti più incisivi e di maggiore impatto, abbiamo invece assistito a forti tentativi di limitazione e ridimensionamento di alcune delle misure di riforma proposte, in particolare dalla volontà conservatrice espressa dal Consiglio.
A cosa si riferisce?
Soprattutto a proposte importanti e innovative avanzate dalla Commissione, quali per esempio la responsabilità civile per le agenzie di rating, l’obbligo di rotazione (cioè di cambiare agenzia di rating da parte del cliente ogni tre anni): proposte di cui, grazie all’intervento del Parlamento europeo, si è evitata la cancellazione e di cui si è mantenuto il principio nel regolamento pur dovendo accettare una riduzione della loro portata e il cambiamento di alcuni aspetti significativi.
Comunque le novità introdotte sono pienamente coerenti con l’ispirazione di fondo di questo provvedimento che è quella di favorire il rating interno, di avere una pluralità di voci affidabili e comparabili al servizio degli investitori e di mettere quindi in discussione la condizione di oligopolio che ha caratterizzato fino ad oggi l’offerta del rating.
La nuova normativa introduce alcuni importanti criteri per la pubblicazione dei rating che potrà avvenire solo in determinate date stabilite (due/tre volte l’anno) e solo di venerdì a mercati chiusi. Sono misure che valuta sufficienti a rendere il sistema più trasparente?
La crisi del debito nell’eurozona ha dimostrato che le agenzie di rating hanno troppa influenza sui mercati finanziari tanto da interferire con l’agenda politica. Avevamo e abbiamo bisogno di ripristinare l’equilibrio.
La riforma vieta anche il rilascio di dichiarazioni che annunciano la revisione di un determinato gruppo di Paesi (a grappolo) ed i giudizi politici. Che significato ed impatto potranno avere queste misure sul condizionamento che le valutazioni di rating producono sulle decisioni di politica economica degli Stati?
Come già sottolineato, le agenzie di rating dovrebbero fornire servizi di informazione agli investitori ed ai consumatori e non dare giudizi politici. Il loro lavoro dovrebbe rispettare regole più restrittive riguardo alla qualità e alla trasparenza, oltre ad essere soggette ad un sistema di responsabilità civile.
Tra le novità introdotte vi è anche la possibilità di citare in giudizio un’agenzia nel caso di violazione intenzionale o grave negligenza che provochi danni all’investitore. Non è invece passato il più radicale principio del rovesciamento dell’onere della prova.
Il lavoro svolto per arrivare a questo provvedimento si è scontrato con alcune difficoltà, ad esempio quando si è trattato di entrare nel merito e di proporre nuovi provvedimenti e di agire concretamente molti governi hanno tirato il freno a mano e addirittura fatto retromarcia. I motivi sono stati soprattutto due: il primo è che le agenzie di rating svolgono un’attività di lobbying molto efficace, il secondo è che tutto sommato talvolta è utile qualcuno da criticare ed attaccare quando ci sono dei problemi.
Lei aveva proposto il divieto del rating sovrano e la nascita di un’agenzia di rating europea indipendente, di cui si riparlerà nel 2016. Perché questi due elementi sono così importanti per completare la riforma varata ieri?
Il lavoro delle agenzie di rating dovrebbe rispettare regole più restrittive riguardo qualità e trasparenza: la cosa positiva dell’ultimo regolamento è che comunque siamo riusciti a tenere aperta la prospettiva di un’agenzia pubblica europea indipendente.
E’ un primo passo comunque importante, non ritengo sia accettabile che le entità pubbliche siano valutate solo dal settore privato. Dal canto nostro continueremo a lavorare affinché si possa arrivare all’istituzione di questa agenzia indipendente europea. (gp)