• Maggio 26, 2023
di Francesca Romagnoli

Accadde in città

Accadde in città, Don Milani. Nardella (sind.Firenze) e Melloni (Fscire): “Prete educatore scomodo”

Nel centenario della nascita del sacerdote di Barbiana il ricordo del sindaco fiorentino e del professore di Scienze religiose. Guarda il video
Accadde in città, Don Milani. Nardella (sind.Firenze) e Melloni (Fscire): “Prete educatore scomodo”

“Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne da soli è egoismo, uscirne tutti insieme è politica”. Così Dario Nardella, sindaco di Firenze citando una delle massime di Don Lorenzo Milani nel centenario della nascita (27 maggio 1923). Un educatore e sacerdote “scomodo”, apertamente schierato dalla parte degli umili e dei poveri contro l’ingiustizia sociale, un metodo pedagogico rivoluzionario per bambini e ragazzi destinati all’analfabetismo e alla miseria.
Un priore con obiettivi lungimiranti e innovativi per garantire tra i cittadini uguaglianza e rimozione delle barriere sociali. “Una scuola per assicurare un futuro ai ragazzi più sfortunati e con minori strumenti e dove non sia negato il diritto allo studio per strapparli ad un destino segnato. Una scuola – prosegue Nardella – aperta ed inclusiva capace di parlare ai più deboli e tirar fuori il meglio da ciascun ragazzo sulla base del talento, delle caratteristiche, non della provenienza sociale”.
Un metodo, quello milaniano, spesso incompreso e osteggiato e “un’idea politica molto moderna – conclude il sindaco di Firenze – basata sullo sforzo collettivo” un’intuizione rinnovativa per la formazione delle giovani generazioni.
Parla Alberto Melloni, Fondazione per le Scienze Religiose (Fscire) “su Don Milani è stato scritto molto, un prete spesso ridotto a icona della contestazione alla Chiesa e al sistema educativo”. Ma anche altro, perché “ha subìto dalla Chiesa cattolica e dallo Stato torti che fanno rabbrividire: è stato condannato ingiustamente alla reclusione per aver difeso gli obiettori di coscienza, pena non eseguita a causa di una malattia che lo colse giovane, all’età di 44 anni”.
E il Professore prosegue “un prete incandescente, ma non ribelle, un ebreo secolarizzato diventato cristiano e sacerdote, arrivato ad una profonda e radicale rottura con la sua realtà. Un priore che ha visto nei poveri l’attesa messianica di giustizia, cittadini attivi e non subalterni, avendo come fine ultimo la formazione alla sovranità. Questa – conclude Melloni – continua ad essere per la Chiesa e lo Stato una sfida senza pari”.