• Ottobre 17, 2013
di anci_admin

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Abruzzo, la ricostruzione – Cialente scrive a Letta: “Spieghi lui il perchè dello stop alla rinascita”

"Con la mortificazione di essere un cittadino abbandonato dal Paese" il sindaco de L'Aquil...

"Con la mortificazione di essere un cittadino abbandonato dal Paese" il sindaco de L’Aquila, Massimo Cialente, chiede ad  Enrico Letta di andare in città a dire, soprattutto ai giovani, che "la ricostruzione si blocchera’" perché "io non intendo farlo". Sono passaggi della lettera che il sindaco ha inviato oggi al premier.
"Con il varo della legge di stabilita’ il Governo ha di fatto interrotto e rinviato la ricostruzione", benche’ il Comune abbia gia’ approvato progetti che attendono solo il contributo definitivo.
"Come in certe scene drammatiche di film, in cui in una cordata che arrampica su una parete rocciosa si decide di tagliare la fune dell’alpinista che ha perso l’appiglio, lasciandolo precipitare, il Governo ha deciso che questo pezzo d’Italia venga lasciato morire", continua la missiva.
"Per ottenere il miliardo e due, in un’unica somma peraltro gia’ spesa nei fatti – ricorda il sindaco dell’Aquila – fui costretto a compiere un atto pesante per un uomo dell’ istituzione quale credo di essere; fui costretto per protesta a spogliarmi della fascia da sindaco e ammainare il tricolore dagli edifici pubblici, fortemente criticato anche dal Presidente della Repubblica che non manco’ di farmi conoscere la sua indignazione".    
"Da una settimana – prosegue il sindaco – i ragazzi delle superiori sono in mobilitazione e hanno organizzato una grande manifestazione, alla quale hanno partecipato dipingendo le loro guance con i colori della citta’: il verde e il nero. Sanno bene che, senza una citta’, non si ha neanche un’identita’".   
E per domani Cialente annuncia "un’assemblea con tutti i sindaci dei comuni di questo sfortunato pezzetto d’Italia. Forse decideremo di tornare a Roma per esprimere piu’ che la nostra protesta, la nostra mortificazione e indignazione".    "Gli studenti aquilani mi dicevano che in testa al corteo  vorranno esserci loro, in migliaia, perche’ il futuro della Citta’ e’ il loro futuro e non vogliono e non possono aspettare altri quindici/vent’anni per rifare L’Aquila. Non possono accettarlo e non vogliono emigrare. Sono preoccupato per loro, e vorrei provare a farli desistere perche’ tre anni fa, nella manifestazione romana, il Governo Berlusconi lascio’ che le forze dell’ordine ci picchiassero, anche a sangue. Mi scusi – dichiara ancora – ma vista la sensibilita’ che il Suo Governo ha mostrato in queste settimane temo che potrebbero essere picchiati, oggi, anche le ragazze e i ragazzi di 15-16 anni". (com/ef)