- Novembre 18, 2014
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A rischio i servizi Gli enti locali umbri si ribellano: “Siamo alla canna del gas”
La legge di stabilità prevede ulteriori tagli ai Comuni e alle Province umbre e gli amm...La legge di stabilità prevede ulteriori tagli ai Comuni e alle Province umbre e gli amministratori locali sono preoccupati. La situazione è a dir poco drammatica con i conti che rischiamo spaventosamente di sballare. Di tutto questo se ne è parlato ieri mattina nella sede dell’Anci. Il presidente umbro Francesco De Rebotti ha convocato parlamentari eletti nella regione (presenti Pietro Laffranco (FI) e i democratici Gianpiero Giulietti, Valeria Cardinali e Walter Verini mentre Linda Lanzillotta (Sc) ha mandato un suo rappresentante). Presente anche il presidente della Provincia di Perugia Nando Mismetti e molti sindaci soprattutto dei piccoli Comuni. Come è noto la legge di stabilità prevede tagli aggiuntivi per 1,2 miliardi che si aggiungono ai tagli già calendarizzati per il 2015 pari a quasi trecento milioni. A partire dal prossimo primo gennaio assisteremo a un taglio di un miliardo e mezzo di miliardi che riguarderà le Province. Un miliardo e mezzo che il governo si appresta a tagliare agli enti di area vasta a cui si aggiungono 510 milioni di riduzioni di beni e servizi imposte dal decreto Irpef 2014. I tagli programmati dal governo di Matteo Renzi fino al 2017, che si sommano a quelli già iniziati con la spending review di Mario Monti, porteranno a zero il budget a disposizione delle Province al netto delle spese incomprimibili (personale e mutui). Si corre il pericolo di un collasso complessivo del sistema con immediate ricadute sui cittadini a cui non sarà più possibile assicurare i servizi essenziali, la minima tenuta della sicurezza delle strade, la gestione e manutenzione delle scuole, le opere strutturali contro il disastro ambientale. Di tutto questo si è parlato ieri mattina "Siamo arrivati al settimo anni di tagli – afferma De Rebotti. – Quest’anno il peso sugli enti locali umbri si farà sentire in maniera consistente. A subirne le conseguenze come sempre saranno i cittadini". I numeri nudi e crudi dicono che un Comune medio umbro si troverà nel proprio bilancio circa 500mila euro in meno. "Andando avanti in questo modo – sottolinea con forza il presidente regionale dell’Associazione nazionale dei Comuni d’Italia – salta il sistema dei servizi pubblici. Va detto chiaro e tondo che le amministrazioni comunali hanno già contribuito in maniera massiccia alla riduzione dei costi. Nei Comuni della regione non ci sono sprechi. A meno che non si vogliano considerare sprechi i servizi essenziali che vengono dati al cittadino". Su di un punto essenziale De Rebotti, che è anche sindaco di Narni e vive quotidianamente questa situazione di perenne incertezza, vuole essere estremamente chiaro: "Non siamo enti che sprecano. Da noi c’è gente che svolge le funzioni quasi in maniera volontaria. Se si vuole veramente tagliare occorre guardare da altre parti. I carrozzoni stanno lì. Di certo non sono rappresentati dai Comuni. Non si possono penalizzare enti che sono a contatto ogni giorni con le persone". I Comuni umbri fanno dunque quadrato senza distinzioni politiche contro questa legge di stabilità che oggi approda in Parlamento.