- Luglio 25, 2014
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Federalismo demaniale – Esame delle domande a rilento, ne manca il 12%. Poco più di mille Comuni avranno i beni richiesti
Si avvia lentamente al termine l’analisi da parte dell’Agenzia del Demanio delle istanze...Si avvia lentamente al termine l’analisi da parte dell’Agenzia del Demanio delle istanze inviate dagli enti locali nell’ambito della ‘finestra’ del federalismo demaniale, riapertasi esattamente un anno fa con il Dl Fare. Sulle 9367 istanze inviate entro la scadenza del 30 novembre scorso, gli uffici del Demanio ne hanno finora ‘scrutinate’ 8285, vale a dire l’88 per cento del totale: di queste 5.037 (il 61 per cento) sono state accolte, e 3.218 (il 39 per cento) rigettate: per queste ultime sono state avanzate 308 domande di riesame (circa il 10 dei dinieghi). Sono stati, invece, 1003 i Comuni che hanno avuto il via libera al trasferimento dei beni richiesti e 586 quelli che se lo sono visto negare. Questi i controni dell’analisi che la Fondazione Patrimonio Comune dell’Anci ha sviluppato sui dati del Demanio, aggiornati al 22 luglio.
Il maggior numero di amministrazioni comunali che hanno visto le loro richieste accolte dal Demanio sono in Lombardia (217), Veneto (121) ed Emilia Romagna (107). Sono invece Lazio (438), Veneto (376) e Lombardia (329) le Regioni con il maggior numero di beni che non saranno trasferiti ai Comuni.
Tra le motivazioni, che hanno spinto l’Agenzia del Demanio a rigettare le richieste avanzate dagli enti locali, spicca l’appartenenza dei beni al demanio idrico (24,4 per cento dei casi); a quello pubblico (18,8 per cento) oppure perché non di proprietà statale (15,6 per cento).
Si ricorda che, ultimato l’esame preliminare delle domande da parte dell’Agenzia, per gli enti locali si aprono due ‘strade’ alternative per arrivare all’effettivo trasferimento degli immobili statali. In caso di parere positivo, alla richiesta inviata entro il 30 novembre gli enti hanno 30 giorni dalla risposta per contattare l’Agenzia del Demanio e farsi consegnare la documentazione sul bene richiesto. Si apre poi un periodo di 120 giorni per analizzarla e svolgere sia un sopralluogo che l’attività tecnica necessaria per comprendere le reali condizioni degli immobili da rilevare.
A tale proposito la FPC mette a disposizione dei suoi aderenti uno strumento – il Fondo rotativo per la regolarizzazione degli immobili – che anticipa per conto dei Comuni le spese da sostenere per la verifica e regolarizzazione. Sempre entro i 120 giorni il Consiglio Comunale deve confermare con delibera la richiesta di attribuzione e modificare il bilancio. Ultimo passaggio sarà il trasferimento dell’immobile, da completare – con provvedimento a cura dell’Agenzia del Demanio non soggetto a imposte e tasse – entro i successivi 90 giorni.
Se l’Agenzia del Demanio ha dato parere negativo al trasferimento, invece, l’ente locale ha la possibilità di chiedere il riesame entro 30 giorni dal ricevimento della risposta. Su questo aspetto, si sottolinea che è del tutto inefficace avviare il “riesame” se il diniego riguarda immobili che appartengono alle seguenti categorie (si tratta di beni non trasferibili ai sensi dell’art. 56 bis del ‘Dl del Fare’): demanio naturale (idrico e marittimo) e beni di proprietà non statale.
Si ricorda, inoltre, che esistono altre procedure normative che possono essere attivate: la sdemanializzazione, se il bene di cui si chiede il trasferimento appartiene al Demanio pubblico; e la procedura prevista dall’art. 5 comma 5 DLgs 85/2010 se il bene fa parte del Demanio storico artistico. Vi è anche la possibilità di attivare il riesame qualora l’ente locale riscontri incongruenze rispetto all’uso governativo dichiarato nella comunicazione ricevuta dall’Agenzia. Al riesame si dovrà allegare una documentazione approfondita che attesti le suddette incongruenze.
Infine, si suggerisce ai Comuni di avanzare una richiesta di riesame se dovesse risultare, come motivazione del diniego, che il bene non può essere trasferito in quanto compreso in altre liste previste dalla normativa vigente (vedi schema di sintesi). In ogni caso la FPC è a disposizione per analizzare le differenti situazioni e per supportare gli Enti nelle fasi del processo di trasferimento. (gp)