• Luglio 16, 2014
di anci_admin

Interventi

Minori – Fassino: “Politiche nazionali quadro per l’adolescenza. Comuni attivi sul territorio ma necessarie più risorse”

“In tema di politiche per l’adolescenza il nostro paese deve assolutamente fare un salto...

“In tema di politiche per l’adolescenza il nostro paese deve assolutamente fare un salto di qualità assumendo questo tema come strategico per la costruzione di una legislazione e di istituzioni dedicate, poiché sebbene gli strumenti concepiti per i minori riguardino anche le fasce di età giovanili, nella pratica sono concentrati solo sull’infanzia. Bisogna avere una programmazione di risorse e strumenti operativi ad hoc e delle politiche nazionali quadro in cui i comuni possano collocare proprie azioni e iniziative”.
Così il presidente dell’Anci Piero Fassino nel suo intervento alla seconda giornata di lavori della Summer School sui diritti dei bambini (Roma, 16 – 20 luglio 2014) evento promosso dal Dipartimento per la giustizia minorile del Ministero della giustizia e organizzata da Animazione nazionale del Gruppo Abele per cercare di capire come si possono costruire socialmente i diritti.
Secondo il preside dell’Anci, “il tema dell’adolescenza è forse quello dove meno si esercita responsabilità sociale e collettiva. Se andiamo a vedere come è articolata l’architettura dei servizi welfare in Italia, sono concentrati prevalentemente su infanzia e anziani. Mentre il tema dell’adolescenza è consegnato tradizionalmente alla scuola e alla famiglia”.
“Questo purtroppo – ha sottolineato Fassino – non ci da una capacità di lettura né di intervento adeguata perché l’adolescenza è un’età di conflitto e di crescita e una lettura esclusivamente familiare è solo parziale. Idem per la scuola che rappresenta un pezzo importante della vita degli adolescenti ma meno totalizzante rispetto alle generazioni precedenti”.
“Bisogna partire dal dato che c’è un gap da colmare che riguarda la assoluta rarefazione delle politiche per  l’adolescenza che in Italia sono prevalentemente concentrate sulla marginalità” ha continuato Fassino ribadendo che oggi “abbiamo bisogno di strategie che guardino alla totalità degli adolescenti e, anche in questo senso, si auspica un salto nelle politiche di governo, in particolare nelle politiche degli enti locali che devono essere messi nelle condizioni di declinare sul territorio in modo flessibile le linee guida dettate a livello nazionale”.
Concentrando l’attenzione sulle città come luoghi di aggregazione, che “hanno introiettato il concetto di solitudine, sempre più subito più che contrastato”, il sindaco di Torino ha evidenziato l’importanza di creare luoghi, extrascolastici, socialmente definiti e riconosciuti, “in cui gli adolescenti sono stimolati alla creatività e dove creano”.
Ciò detto, consapevole che “il riequilibrio finanziario dei fondi pubblici ha determinato la riduzione delle risorse a disposizione degli enti locali anche per le politiche sociali ed educative, se vogliamo una politica per l’adolescenza che non sia solo un fatto sporadico ed emergenziale, dobbiamo sapere che questa politica richiede la disposizione di  risorse adeguate che oggi non ci sono e che questo rappresenta una battaglia politica e culturale da fare”.
In merito al delicato tema della dispersione scolastica, in parte causato della crisi economica. “L’aumento della disoccupazione giovanile – ha detto – ha assunto dimensioni tali da non essere più letto come un dato marginale. I giovani che interrompono in anticipo gli studi accedono con difficoltà al mondo del lavoro. Una situazione che porterà ad un gap sempre più grande che inciderà sulle generazioni a venire e sul futuro del Paese”.
Un tema anch’esso che “deve diventare una priorità delle politiche pubbliche che devono contrastare questo rischio e ridurre la dispersione scolastica. Molti Comuni si stanno già muovendo in questa direzione, ma è necessario incentivare il sistema degli enti locali a risolvere non solo le situazioni emergenziali ma ad assumere strategie di medio e lungo volte a dare ai giovani tutte le opportunità per il loro futuro”.
Infine, il presidente Anci ha messo in evidenza la necessità di “investire sulla sussidiarietà sociale in cui il ruolo degli enti pubblici è essenziale e strategico a partire dalla predisposizione e allocazione delle risorse necessarie”. Terreno fondamentale al pari di quello della “operatività” sul territorio che “non può passare semplicemente per le strutture degli attori pubblici, poiché il welfare in Italia vede una configurazione mista tra le decisioni e gli strumenti dell’attore pubblico e un vastissimo giacimento di soggetti di natura sociale che va dal terzo settore all’impresa sociale”.  Pertanto, “la necessaria  innovazione nella erogazione dei servizi, nella loro ideazione e nella strumentazione – ha concluso – deve far leva sulla mobilitazione di risorse, competenze e professionalità in un rapporto tra la funzione di regia degli attori pubblici e il mondo di sussidiarietà e di solidarietà sociale che è prezioso”.
In quest’ottica, i risultati del lavoro di coinvolgimento e ricerca svolto dal Dipartimento per la giustizia minorile del Ministero della giustizia sugli adolescenti delle città italiane verranno acquisiti e analizzati da Anci, in modo da ottenere informazioni preziose sui bisogni espressi dai giovani e orientare in tal senso le future attività sulle politiche giovanili realizzate dai Comuni. (fdm)