• Luglio 15, 2014
di anci_admin

Notizie

Rischio idrogeologico – Anbi, oggi prima giornata conferenza su ‘Acque irrigue per la crescita e il lavoro’

Si è aperta oggi a Roma la  Conferenza nazionale Acque Irrigue per la crescita ed il l...

Si è aperta oggi a Roma la  Conferenza nazionale Acque Irrigue per la crescita ed il lavoro, organizzata dall’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.) in vista dell’EXPO 2015, dove l’uso dell’acqua in agricoltura sarà uno dei temi centrali. Alla seconda sessione dei lavori, che si concluderanno domani, ha preso parte Antonio Ragonesi, Responsabile ANCI Nazionale Area Infrastrutture, Sicurezza e Protezione Civile, che ha relazionato sul tema ‘La collabroazione tra Comuni e consorzi di bonifica per la prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico.
Nel suo intervento Ragonesi ha ricordato che uno  studio  del  Ministero  dell’Ambiente  e  del  Territorio  e  del  Mare attesta  che  il 9,8%  del  territorio  nazionale  è  interessato  da  aree ad  alta  criticità  idrogeologica, che  riguardano  circa  3  milioni  di  ettari.  Sempre  secondo  dati  del  Ministero dell’Ambiente sono  6.633  (82%)  i  Comuni  in  pericolo  per  il  dissesto idrogeologico,  che  interessano  2.951.700  ettari  (pari  al  9,8%  del  territorio nazionale). Si tratta di una situazione di drammatica vulnerabilità che determina un  livello  di  rischio  che  negli  ultimi  anni  è  aggravato  anche  a  causa  della crescente  frequenza  di  eventi  meteorologici  estremi quali  le  così  dette  “bombe d’acqua”, fenomeni precipitativi concentrati in poche ore e su aree circoscritte.
Secondo il rappresentante Anci, se è non  è  possibile  raggiungere  un  livello  di  “rischio  zero”  è  tuttavia  possibile “ridurre e gestire il rischio” investendo in attività di manutenzione del territorio e promuovendo uno stretto coordinamento tra l’attuazione di misure di prevenzione strutturali –  quelle  che  intervengono  direttamente  sulla  struttura  del  territorio, degli edifici, delle infrastrutture, ecc. – e misure non strutturali – che riguardano le attività  per  il  monitoraggio,  l’allertamento  e  la  pianificazione  degli  interventi  di protezione  civile. 
In  particolar  modo  è  importante  pervenire  alla  realizzazione  di sinergie interistituzionali ed intersettoriali, cheintegrino interventi non strutturali con  interventi  strutturali  quali  –  per  quanto  riguarda  il  rischio  idrogeologico  –  la prevenzione  dei  fenomeni  di  dissesto  attraverso  il  consolidamento  dei  suoli,  la regolazione delle acque, la manutenzione dei canali, e altre azioni rivolte a ridurre il rischio idraulico.
In questo senso Ragonesi ha citato ad esempio alcuni progetti attuati  tramite la  collaborazione  Consorzio di Bonifica/Regione/Comune, come quello che a Sassuolo (MO) ha permesso  la  risoluzione  di  problematiche  che  determinavano  allagamenti  nella zona sud del centro urbano; o quello che a Reggio Emilia ha portato alla realizzazione di una  cassa  d’espansione  sul  canale  Pistarina. (com/gp)