• Maggio 5, 2014
di anci_admin

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Intimidazioni – Il documento Anci presentato al Senato l’11 aprile scorso

Una nuova legge che riveda il potere di ordinanza dei sindaci e riconosca la Municipale come polizia...

Una nuova legge che riveda il potere di ordinanza dei sindaci e riconosca la Municipale come polizia di prossimità; il rafforzamento della prevenzione sulle infiltrazioni mafiose; il riutilizzo in maniera innovativa dei beni confiscati alla criminalità organizzata; l’istituzione delle Zone franche delle legalità. Sono queste alcune delle proposte presentate dall’Anci, ascoltata lo scorso 11 aprile in audizione al Senato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle intimidazioni verso gli amministratori locali.
I rappresentanti dell’associazione, guidati dal sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi, e dal responsabile dell’area Sicurezza e legalità dell’Anci, Antonio Ragonesi, nel corso dell’audizione hanno consegnato alla Commissione un documento e relativi allegati (1 e 2) in cui viene analizzato nello specifico il fenomeno, con relative proposte per arginarlo e combatterlo.
“Abbiamo inquadrato il tema nella sua diffusione sul territorio – ha detto al termine dell’incontro il sindaco di Rosarno -, ponendo l’attenzione sulla necessità di una riforma legislativa complessiva sul tema, dal potere di ordinanza  dei sindaci allo scioglimento per infiltrazione mafiosa, fino ad una revisione delle norme che regolano il riutilizzo dei beni confiscati. Quello delle intimidazioni – ha continuato la Tripodi – è un problema culturale che tocca da vicino i sindaci, soprattutto per il loro essere primo avamposto delle istituzioni in zone difficili del Paese”.
Per la Tripodi, inoltre, “nell’immaginario collettivo siamo l’unica interfaccia, gli unici esecutori che tutto possono. Questo ci espone a rischi, minacce e atti intimidatori”. “Certo – ha aggiunto – l’essere visti come i soggetti più vicini ai cittadini è un bene, tuttavia spesso ci troviamo da soli a fronteggiare il disagio e con le armi spuntate. Su questo le altre istituzioni territoriali e lo Stato centrale devono intervenire, al fine di creare una cortina di protezione attorno agli amministratori”. (ef)