• Novembre 29, 2013
di anci_admin

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RIVOLTA DEI COMUNI

ROMA. L'ira dei sindaci tracima il giorno della mezza beffa sull'Imu. C'è chi promette di avv...

ROMA. L’ira dei sindaci tracima il giorno della mezza beffa sull’Imu. C’è chi promette di avviare un’azione legale contro lo Stato per ottenere quanto spetta al proprio comune e che, stando al provvedimento del Consiglio dei ministri, non sarà coperto dalla restituzione del governo. La cifra finale è di 2,15 miliardi, cifra che tuttavia non riesce a comprendere tutti gli aumenti di aliquota decisi dai sindaci e che ha fatto crescere di 400500 milioni il conto dell’abolizione della tassa. E questo ha scatenato l’ira dei primi cittadini; tra questi c’è chi promette di avviare un’azione legale contro lo Stato per ottenere quanto spetta al proprio comune. «Il Governo faccia rapidamente chiarezza sulla seconda rata dell’Imu 2013 e onori gli impegni assunti con i
contribuenti e i Comuni italiani. I sindaci hanno dimostrato ampiamente responsabilità e spirito propositivo, ma non si può abusare della loro pazienza e tanto meno si può abusare della pazienza dei cittadini», ha tuonato Piero Fassino. Il presidente di Anci ha chiesto un incontro urgente con il presidente del Consiglio. «I sindaci dice da Napoli Luigi De Magistris – si sono stancati di essere bancomat o esattori del Governo». Per il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, «sarebbe una follia» la decisione di prevedere la copertura da parte dello Stato di solo metà dell’aumento dell’aliquota Imu prima casa. «Se così fosse – aggiunge – saremmo allo scontro istituzionale». «Si è scelta una soluzione che scarica su cittadini e sindaci il costo della mancata copertura integrale della seconda rata», lamenta il primo cittadino di Bologna, Virginio Merola. Più misurato il responsabile Finanza Locale di Anci e sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, che imputa al Governo una sostanziale mancanza di chiarezza. «Bisognava in modo puntuale chiarire – afferma – che gli inasprimenti dell’Imu sulla prima casa decisi dai comuni non sarebbero stati ricompresi nel calcolo delle somme trasferite dallo Stato e quindi che chi "inaspriva" lo avrebbe fatto a carico dei cittadini. Chi ha aumentato le aliquote, lo ha fatto approfittando di un quadro normativo che lo consentiva». E di poca chiarezza del governo parla anche il ligure Franco Floris, responsabile Anci per i piccoli Comuni «anche se -ammette – le voci di corridoio dicevano che l’orientamento del governo era di coprire solo le aliquote corrispondenti al 2012».