- Luglio 21, 2020
AccaddeOggi
Il 22 luglio del ’68 moriva Guareschi, il sindaco di Cervia: “Da noi per anni il suo buon ritiro”
La contrapposizione laico-cattolica che ha contraddistinto i libri di Guareschi non esiste più. “Da noi - spiega il sindaco - il Municipio sta davanti alla chiesa, ed è la rappresentazione della collaborazione tra le istituzioni pubbliche e religiose, oggi con l’emergenza Covid più intensa che mai”
“Il 22 luglio del 1968 ci ha lasciato Giovannino Guareschi, giornalista, scrittore e umorista, un esempio di collaborazione civile e religiosa”.
Così il sindaco di Cervia Massimo Medri nella Rubrica Anci AccaddeDomani a cinquantadueanni dalla morte dell’indimenticabile caricaturista.
“Guareschi – aggiunge – è stato uno tra i personaggi che ricordiamo con grande affetto e riconoscenza”. Padre di don Camillo e Peppone, Giovannino Guareschi, con oltre 20milioni di copie, è uno degli scrittori italiani più venduti al mondo, nonché quello più tradotto (142 lingue). La sua l’opera più celebre scritta nel 1948, cui hanno seguito una serie ventennale di opere, sempre ambientate nel paese di Brescello, numerose puntate da cui 5 film con i due protagonisti Fernandel, don Camillo e il prete antifascista Gino Cervi.
“Guareschi – precisa Medri – e’ legato alla nostra città che per anni è stato il suo buon ritiro estivo. Allora – prosegue – la contrapposizione comica ed ironica tra don Camillo e Peppone rappresentava l’elemento tipico del dopoguerra, si marcava ferma la diatriba tra il mondo laico e cattolico.
La contrapposizione laico-cattolica che ha contraddistinto i libri di Guareschi non esiste più. “Da noi – conclude il sindaco – il Municipio sta davanti alla chiesa, ed è la rappresentazione della collaborazione tra le istituzioni pubbliche e religiose, oggi con l’emergenza covid più intensa che mai”.